Quando sparirono quattro milioni di euro dai conti della tenuta del Quirinale: il padre del bambinetto che ha ammazzato il bimbo di 5 anni era noto alle cronache dei giornali

 I BACI ALLA FERRARI E I GUAI CON LA GIUSTIZIA LA VITA SUL FILO DEL PAPÀ DELLO YOUTUBER

Estratto dell’articolo di Andrea Ossino, Marco Carta per “la Repubblica”

Rombo di motori, mani sullo sterzo e si parte a bordo di una Ferrari Portofino da 250 mila euro: «Bianca, cabriolet, en plein air, straordinaria», ripete Paolo Di Pietro. Giacca, cravatta e capelli al vento. Così si presenta su YouTube il padre di Matteo, indagato per omicidio stradale per lo schianto che mercoledì è costato la vita a Manuel Proietti, 5 anni, alla periferia sud di Roma. In un video caricato online sette mesi fa e visto 1,5 milioni di volte, il papà dell’influencer partecipa alla challenge-regalo organizzata dal figlio e, senza cinture, si mette al volante della supercar.

Paolo Di Pietro accelera e per una giornata si lascia indietro i pensieri. E con quelli anche i ricordi delle vecchie avventure giudiziarie. Quando il padre dello youtuber, qualche anno fa, è stato coinvolto in un’indagine per distrazione di denaro dalle casse della Presidenza della Repubblica, dove l’uomo ha prestato servizio. Paolo Di Pietro ne è uscito indenne e può dunque godersi un giro in Ferrari. Un sogno che, racconta suo figlio al popolo di YouTube, il suo “Papo” aveva da quando è piccolo.

Lavorava infatti come cassiere per la Presidenza della Repubblica. Ed è in questa veste che secondo i pm di Roma, avrebbe aiutato un gruppetto di dipendenti presidenziali a far sparire oltre 4 milioni e mezzo di euro.

Al centro del sistema c’era Gaetano Gifuni, consigliere di Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi. Secondo le accuse iniziali tutti gli introiti della Tenuta presidenziale di Castel Porziano venivano custoditi anche in una sorta di forziere gestito da due cassieri e dal direttore. E da quella cassaforte sarebbero state sottratte cifre importanti. Schivati i processi penali, Di Pietro senior era stato condannato per ben due volte dalla Corte dei conti a risarcire oltre 400 mila euro. Poi la Consulta ha annullato i verdetti sollevando una questione di conflitto d’attribuzione tra poteri dello Stato.

Quindi il pieno proscioglimento per Di Pietro e le rimostranze del giudice della Corte dei Conti che si era occupato del caso. Il magistrato Stefano Imperiali, ricordava il Fatto Quotidiano , aveva denunciato di aver subito pressioni prima di emettere la sentenza.

2. MATTEO DI PIETRO ALLEVATO DA PAPÀ PAOLO NELLA TENUTA DEL QUIRINALE. NEL 2009 LA FINANZA PERQUISÌ CASA PER UN BUCO DI CASSA, MA ERA INNOCENTE 

Estratto dell’articolo di www.open.online.it

Matteo Di Pietro, lo youtuber che era al volante al momento del tragico incidente di Casalpalocco dove ha perso la vita un bimbo di 5 anni, è cresciuto all’interno del Quirinale, in una casa denominata “Coventino” all’interno della splendida Tenuta Presidenziale di Castelporziano. Il papà Paolo Di Pietro ebbe diritto a quell’alloggio quando divenne il vice dell’allora cassiere della stessa tenuta Gianni Gaetano, all’epoca di Carlo Azeglio Ciampi presidente della Repubblica e di Gaetano Gifuni segretario generale del Quirinale.

Oggi il padre dello youtuber è al centro delle polemiche social dopo la diffusione di un video in cui partecipando a una delle challenge del figlio (che voleva realizzare 10 sogni di suoi amici e familiari) guida una Ferrari a Roma spingendo sull’acceleratore, ma rigorosamente senza cintura di sicurezza. […]

Quando Matteo aveva poco più dell’età del bimbo ora morto nell’incidente di guida, la mattina del 30 ottobre 2009 i finanzieri all’alba bussarono a quella “casa Coventino” della tenuta presidenziale con in mano un mandato di perquisizione per rovistarla da cima a fondo. Papà Paolo era infatti indagato per una brutta storia a lungo tenuta segreta che riguardava una gestione assai allegra della cassa di Castelporziano.

L’unica cosa che poi la magistratura avrebbe accertato con sicurezza è che nel giro di pochi anni in quella cassa c’era un ammanco di quasi 5 milioni di euro. Ogni anno dei 2,5 milioni di finanziamento del Quirinale per pagare i costi della tenuta ne sparivano almeno 500 mila euro. Un anno anche più di 800 mila euro.

L’inchiesta fece tremare Roma, perché fra gli indagati e condannati in primo grado oltre al cassiere titolare e ad altri funzionari ci fu il potentissimo segretario generale del Quirinale Gifuni […] Le condanne di primo grado furono pesanti, il cassiere ammise gli ammanchi e patteggiò la pena, poi nel corso degli anni sia Gifuni che il nipote e gli altri funzionari sarebbero usciti dagli altri gradi del processo in parte per intervenuta prescrizione dei reati di cui erano accusati, in parte per assoluzione da altri capi di accusa.

Le accuse nei confronti di Paolo il papà dello youtuber furono invece archiviate già durante l’udienza preliminare su richiesta della stessa pubblica accusa, che chiese di procedere nei suoi confronti solo per omessa denuncia (ma il gip decise di non farlo). L’indagine però durò molti mesi e scosse la famiglia Di Pietro. Alla fine, però, provata la sua innocenza mantenne il posto al Quirinale e il diritto a risiedere a “casa Coventino”.

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