Questo pezzo il sito Dagospia l’ha pubblicato poche ore fa, prima della notizia del decesso di Silvio Berlusconi. Adesso, dopo la triste notizia, questo articolo diventa maledettamente realistico.
DAGOREPORT di dagospia.com
Il secondo ricovero dellāottuagenario Silvio Berlusconi ha riattivato scosse di terremoto non solo in Forza Italia ma sullāintero quadro politico. Pur nanizzato allā8 per cento, il partito dellāex Satrapo di Arcore ĆØ determinante negli equilibri della maggioranza del governo.
Soprattutto dopo la tornata delle nomine delle partecipate di Stato e della Rai, dove Meloni ha fatto asse, attraverso Gianni Letta, con Forza Italia (vedi, tra lāaltro, la direzione del Tg2 a Preziosi) per attuare il suo nuovo piano di conquista del potere: spegnere la fiamma del passato e spostare Fratelli dāItalia verso un centro conservatore spingendo a forza di schiaffi e sgambetti Matteo Salvini a destra (ultimo ceffone: la porta chiusa allāingresso della Lega nel gruppo Ecr dei conservatori europei di cui ĆØ presidente).
Lāattuale quadro politico potrebbe nei prossimi mesi saltare in aria, se il Cav dovesse definitivamente ritirarsi a vita privata o nella Casa del Signore (speriamo di no ovviamente). Fuori il Cavaliere dalle mille resurrezioni, cosa resterĆ del suo partito? Un vibratore, come quel birichino di Natangelo ha svignettato sul āFattoā? GiĆ adesso, con il patriarca che non ha piĆ¹ la forza di governare, assistiamo a quel mistero gaudioso di Marta Fascina, sbocciata geisha e trasformatosi in Grimilde, che si muove felpata per appropriarsi di Forza Italia.
Anche se Marina e Piersilvio, che hanno il simbolo del partito e lo mantengono economicamente in vita, restano guardinghi e non siano del tutto convinti della fascinizzazione in corso. Ma basta solo lāidea dellāapertura del testamento dellāuomo che ha cambiato i connotati allāItalia e dintorni per agghiacciare il sangue non solo alla famiglia allargata (oltre ai cinque figli, spunterĆ anche Marta Fascina nellāasse ereditario?), ma anche di quel covo di serpi che ĆØ diventata Forza Italia, dove tutti sospettano lāuno dellāaltro.
Infatti, se non fosse intervenuto lāattuale ricovero di Berlusconi, ad Arcore erano stati convocati a pranzo per il weekend i ministri forzisti del governo per annunciare, con la scusa di un piano di rilancio, la riorganizzazione del partito secondo Marta Fascina: tre nuovi coordinatori nazionali (nord, centro, sud) che avrebbero demansionato Antonio Tajani e taglio netto di quelle frange che resistono capitanate dai ribelli Ronzulli e MulĆØ.
Ad opporsi al piano della āmoglie morganaticaā di Silvio e della sua task force con cui controlla Forza Italia (gli ex ronzulliani Alessandro Sorte e Stefano Benigni, ma in primis cāĆØ il sottosegretario Tullio Ferrante, latitante al Ministero delle Infrastrutture perchĆ© impegnatissimo in Parlamento a sorvegliare le agitate truppe forziste), si muovono Tajani e lāottuagenario Letta, con il primo che negli ultimi tempi si ĆØ un poā demelonizzato dopo che la Sora Giorgia lāha usato per avere un rapporto con il suo amico Manfred Weber, presidente del PPE, e una volta ottenuto ha gettato lāex monarchico nel cestino.
Dato che lāego espanso da Highlander di Berlusconi ha sempre cannibalizzato delfini e successori, Forza Italia ha altissime possibilitĆ di finire polverizzata nel Mausoleo di Arcore. E con parte dei transfughi sparsi tra Fratelli dāItalia e Lega, la maggioranza del governo subirebbe un mezzo terremoto, visto il duello quotidiano che vede Meloni e Salvini sfanculanti e contrapposti.
A quel punto il tavolo, con due gambe, non regge piĆ¹ e la Ducetta sarebbe costretta a pensarci due volte prima di prendere il manganello e sbatterlo in testa a Salvini, come fa tutti i giorni. E qualche anima pia dovrebbe anche ricordare alla Piccola Fiammiferaia del Colle Oppio dellāimprevedibilitĆ politica del capataz del Carroccio: chi mai avrebbe immaginato un governo Lega-M5S? Eppure ĆØ avvenuto…
Se il rapporto dei rampolli di Silvio con lāultima compagna di Papi ĆØ, diciamo, guardingo e riflessivo, quello della viscerale e fumantina Giorgia Meloni con Marta, donna fredda, sempre nascosta dietro le quinte (a parte circolo magico, nessuno conosce la sua voce), praticamente non esiste.
Raccontano gli addetti ai livori della stizza della Ducetta quando venne convocata da Berlusconi a Villa Grande insieme a Salvini per decidere di uscire dal governo Draghi e si ritrovĆ² con la boccoluta Marta che teneva la mano di Silvio: āAhĆ², se lo sapevo, portavo anchāio Andreaā, avrebbe sogghignato, roteando gli occhioni in direzione della Gatta di Marmo.
Al lento declino di Berlusconi si accompagna la nuova scommessa di Giorgia, che da Draghetta iniziale, prudente e cauta, ha deciso di calzare lāelmetto della Ducetta ed ĆØ partita allāassalto dei mulini a vento.
Dal Pnrr al Mes, dal Quirinale alla Corte dei Conti, dalla āmaggioranza Ursulaā ai dispetti di Macron, Meloni non guarda piĆ¹ in faccia nessuno, senza riflettere che di colpo il rubinetto di aiuti al nostro indebitatissimo Paese potrebbe chiudersi (vedi lāintervista eloquente di Giuliano Amato su āRepubblicaā). A quel punto, puĆ² succedere di tutto, anche il formarsi di una nuova e inedita maggioranza grazie alla salvifica e sempiterna formula āPer il bene dellāItaliaā.
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