“Elly Schlein? È un bell’uomo…” Il mitico Leonardo Facco, scrittore e leader del popolo libertario finalmente intervistato come si deve

Il caroaffitti? La soluzione non è più controllo dello Stato. Cos’è l’economia del buon senso? Quella della casalinga di Voghera. Elly Schlein? Sessantottina mancata. Giorgia Meloni? “Almeno non tifa la Roma”. E sulle tasse “pizzo di Stato”, la “farsa pandemica” e le auto elettriche… Intervista a Leonardo Facco, uno dei più importanti anarcocapitalisti italiani.

Di Riccardo Canaletti per Mowmag

Chiunque abbia frequentato la galassia libertaria italiana conosce Leonardo Facco. Disobbediente, fondatore del Movimento Libertario, editore, giornalista. Anarcocapitalista, una rarità in Italia. In molti lo definiscono un estremista non solo per i modi irruenti ma anche per le idee. Le tasse? “Rapina legalizzata”. Per questo ha scritto in passato Elogio dell’evasore fiscale (Aliberti 2009) a cui è seguito Schiavi fiscali (Tramedoro 2019). Un anticomunista convinto ma non soltanto per le idee, anche per la sua esperienza diretta, vissuta in Venezuela negli anni di Hugo Chávez. Di recente è finito a processo per i suoi atti di disobbedienza civile durante gli anni della Pandemia e ora dovrà difendersi di fronte a tre giudici. “Ma non è un problema, ho fondato il Movimento Libertario per questo”. Anni, quelli appena trascorsi, che lo hanno portato a stracciare il tesserino dell’ordine dei giornalisti, rifiutandosi di “censurare le discussioni”. Oggi Leonardo Facco è uno dei riferimenti dell’area libertaria italiana e noi gli abbiamo chiesto di commentare l’attualità, dall’ascesa di Giorgia Meloni (“almeno non tifa Roma”) alla leadership di Elly Schlein (“una sessantottina”), passando per i temi più importanti di questi mesi, dalla guerra in Ucraina al caroaffitti, facendoci dare un consiglio tratto dal suo ultimo libro, L’economia del buon senso. La scienza triste, lo Stato, l’ordine spontaneo (Tramedoro 2023) e una previsione sul futuro dell’Italia nell’epoca della “distruzione dei valori occidentali”.

Dicono che i governi di destra siano più liberali dei governi di sinistra. Questo governo di destra com’è secondo te?

Purtroppo credo ci sia un misunderstanding vero e proprio. Guarda la bozza di legge presentata da Daniela Santanché anche relativamente all’affitto degli immobili per breve durata. È allucinante leggere delle cose del genere. I governi di sinistra attaccano da sempre il diritto di proprietà; ecco quel disegno di legge è la dimostrazione di come la destra allo stesso identico modo stia attaccano i diritti di proprietà. Pensiamo anche alla promozione fatta per il cinema. Biglietto a 3 euro e mezzo, stanziano 20 milioni dei contribuenti (anche di chi non va al cinema), o dei pensionati o dalle generazioni future col debito. Per fare che cosa? Per promuovere appunto lungometraggi nelle sale. O ancora: la promozione fatta sul latte nelle scuole. E il ministero il cui nome già di per sé grida vendetta? Ministero della sovranità alimentare. La chiuderei con una battuta: Kim Jong-un è preoccupato perché Roma sta diventando come Pyongyang.

Una denuncia contro il caroaffitti arriva anche dagli studenti in tenda fuori dalle università. La richiesta è che lo Stato intervenga di più. Cosa risponderesti a questi studenti?

Spiegherei che dovrebbero battersi non per avere agevolazioni, sussidi e aiuti, ma per avere più libertà. Che poi non c’è nessun motivo per cui dovrebbero restare a Milano o Bologna. Per quale motivo non vanno a iscriversi all’università di Reggio Calabria, anziché all’università di Milano, di Firenze o di Roma? Perché probabilmente a Milano l’università come istituzione ti offre tutta una serie di servizi che a Reggio Calabria non trovi. Quindi alla fine tu decidi di andare in una realtà geografica che ti offre tutta una serie di servizi e per la più banale delle leggi economiche, quella della domanda dell’offerta, è ovvio che una città così costa di più. Ecco, da quel punto di vista la soluzione è quella che ha sempre affrontato la mia generazione. Noi ci facevamo 35, 40 chilometri in treno al mattino per andare all’università, tornavamo, studiavamo in treno, facevamo fatica, facevamo dei sacrifici. Avevamo imparato dai nostri genitori. Sacrificio e responsabilità sono la via maestra per poter migliorare e per poter crescere. Purtroppo oggi questi giovani sono stati indottrinati in altro modo. Per loro, ormai in maniera bismarckiana, lo Stato deve gestirti dalla culla alla tomba. E questa sarà la morte della libertà dell’individuo.

A destra o a sinistra, le feste nazionali non si toccano. 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno. Cosa c’è che non va?

Te lo dico perché l’ho vissuto sulla mia pelle. Bastano gli ultimi 3 anni per dire cosa c’è che non va. Io in questi 3 anni sono stato privato di tutta una serie di libertà che loro si vantavano di difendere attraverso la Costituzione più bella del mondo. E proprio nel 2020 feci un comizio in piazza a Faenza accanto a una piazza di sindacati e altri personaggi che festeggiavano la Liberazione. Ebbene, ci voleva una bella faccia tosta per festeggiare la festa di lavoratori, o la Liberazione, o la Festa della Repubblica, quando in questi 3 anni hanno fatto di tutto per vietare i più banali dei diritti individuali come quello di movimento o del lavoro. Da anarcocapitalista in questi ultimi anni posso dire di aver visto materializzarsi tutta quella serie di critiche che quando mi avvicinai a queste idee politiche mi sembravano un po’ troppo forti. Abbiamo visto che sono le democrazie a stracciare le Costituzioni. Quindi queste feste sono l’epitome dell’ipocrisia.

Che ne pensi dello stop alle auto endotermiche entro il 2035 in Europa?

C’è un bel paragone che dovrebbe spiegare a qualsiasi persona con un pizzico di logica perché è una sciocchezza. All’inizio del secolo scorso le autovetture a motore endotermico si “imposero” sul mercato senza che nessuno facesse delle leggi per vietare l’utilizzo delle carrozze. Ecco, invece quello che sta accadendo ora è esattamente il contrario. Le auto elettriche hanno per forza bisogno di imposizioni, di leggi, quindi di norme, addirittura a livello europeo, perchè si vuole imporre un tipo di tecnologia eliminandone un’altra che è efficientissima, che la gente ha abbracciato e continua ad abbracciare volontariamente. Ecco, questo è il nodo della questione. Viviamo nell’epoca più brutale dello Statalismo ed è in atto una rivoluzione che una volta per tutte attaccherà definitivamente i valori occidentali.

Forse i valori occidentali non sono tutti da conservare?

Il mondo occidentale ha tantissimi difetti ovviamente. Noi libertari siamo i primi a dirlo. Ma è un sistema che sa correggere i propri errori, come ha fatto dando origine alle idee liberali, alla Magna Carta, agli Stati Uniti D’America. Oggi viviamo in una situazione che è esattamente il contrario. Dovremmo preoccuparci perché quello che ci troviamo davanti non sarà assolutamente piacevole.

Giorgia Meloni ha detto che le tasse per i piccoli imprenditori sono “pizzo di Stato”. Ovviamente è stata lapidata. Perché la figura dell’evasore è tanto odiata?

La gente non ha cognizione di cosa sia il frutto del proprio lavoro. Quindi non ha cognizione neanche di cosa sia il diritto di proprietà e non ha cognizione del principio di non aggressione. Io ho scritto un elogio degli evasori, perché le tasse sono una rapina legalizzata ed evaderle è legittimo. Lo statalismo ci ha avvelenato poco a poco. Ormai siamo abituati al peggio. Pensa alla tragica farsa pandemica.

Tu hai anche lasciato l’ordine dei giornalisti.

Lasciai l’ordine dei giornalisti 3 anni fa proprio quando mi accorsi che quelli che erano i miei colleghi non dibattevano sulla questione Covid. Durante quel periodo abbiamo visto come siano stati capaci di far sì che le persone si adattassero alla pura e semplice vita biologica, finendo per applaudire i medici che anziché curare ammazzavano la gente. È quello che dicevo poco fa. In quel periodo le persone si sono adattate al peggio senza problemi.

Quali sono state le conseguenze della tua opposizione al governo in questi anni?

Io non ho rispettato nulla e mi sono beccato tre processi penali, più decine di multe prese appunto perché andavo in giro attraversavo le regioni rosse oppure senza indossare la mascherina. Ho disobbedito, resistito e continua a farlo. Due processi si sono appena celebrati a Forlì e un altro processo mi aspetta a Desenzano. Ma non saranno un problema. Del resto ho fondato il Movimento Libertario per diffondere idee, cioè per fare cultura, e per diffondere la disobbedienza. Ecco, io l’ho fatta e l’abbiamo fatta in tanti del Movimento Libertario. Voglio ringraziare moltissimo Alessandro Fusillo, il presidente del Movimento e l’avvocato con cui sto affrontando queste battaglie.

Un libertario che posizione ha sulla guerra in Ucraina?

La posizione che dovrebbe prendere è contro la guerra, quindi contro l’aggressione.

Tu hai scritto il libro L’economia del buon senso. Qual è il primo consiglio di buon senso parlando di economia?

Io ho messo una donna in copertina che ricorda in parte mia madre, lavoratrice e imprenditrice, e in parte la mitica casalinga di Voghera, quella di Arbasino. Ma la casalinga di Voghera che cosa rappresentava? Rappresentava l’Italia del boom economico, no? E soprattutto la donna di buon senso. La donna razionale che non spendeva più di quello che incassava, la donna che non buttava i propri soldi, la donna che se si indebitava per comprare un elettrodomestico, il primo problema che si poneva era quello di mettere soldi da parte per pagare il debito. L’economia del buon senso è il ritorno a sani principi economici che oggi sono stati completamente dimenticati a favore dell’economia fuori di testa, quella dello spreco, che è quella tendenzialmente keynesiana, del dire “scavo una buca che non serve a niente, così do lavoro per farla coprire ad altri”. Ma il prezzo di queste politiche economiche lo pagheranno le generazioni future.

Cosa direbbe un economista di buon senso della proposta spagnola di un centro commerciale di Stato con i prezzi del cibo calmierati?

Basta citare Ciò che si vede, ciò che non si vede di Bastiat. È chiaro che se tu in modo univoco attraverso tutti i mezzi di propaganda racconti che è una bella cosa, la gente vorrà i prezzi calmierati; perché per loro vorrà dire pagare meno. Questo è ciò che si vede, cioè ciò che ti raccontano e ciò che raccontava Fidel Castro per esempio. Poi in realtà che cosa succede? Che nei supermercati non trovi niente. È anche ciò che raccontava Chávez.

Tu hai vissuto sotto Chávez.

Infatti nel mio libro ho messo un aforisma particolare: qualcuno ama il comunismo perché l’ha letto. Io sono anticomunista perché l’ho vissuto. Ho vissuto sulla mia pelle gli effetti della Revolución bolivariana. Questo dei supermercati in Spagna è un caso molto interessante perché Chávez ha fatto la stessa cosa. Questi supermercati di Stato promettevano i prezzi calmierati. Che cosa è successo? Per un paio di mesi tu avevi il prezzo calmierato per i prodotti venduti, ma dopo un anno gli scaffali erano vuoti.

L'economia del buon senso (Tramedoro 2023)
L’economia del buon senso (Tramedoro 2023)

Tra i leader mondiali con un ruolo sempre maggiore oggi c’è il presidente brasiliano Lula.

Un personaggio pericoloso. Lo scrissi ne Il muro di Berlino e sui calcinacci in cui dicevo che non c’era un cazzo da festeggiare per il crollo del muro, perché il sovietismo, cioè il socialismo reale, si stava già imponendo attraverso la democrazia. E furono Fidel Castro e Lula a far nascere il foro di San Paulo e a creare Chávez, cioè a lanciare l’idea della Revolución bonita, della rivoluzione democratica. Del resto Hans-Hermann Hoppe ci aveva avvertito: l’unica differenza fra dittatura e democrazia è una questione di tempo.

Come fermare questa deriva?

Fortunatamente nelle zone di cui stiamo parlando c’è anche l’Argentina che sta dando sempre più fiducia a Javier Milei, un’anomalia politica che potrebbe far saltare i piani.

In Italia i giornali lo dipingono come un populista di estrema destra amico dei sovranisti spagnoli.

Ecco, io l’ho conosciuto, l’ho introdotto proprio in Italia quattro anni fa pubblicando un libro proprio con dei suoi saggi tradotti. In Italia non l’hanno ancora capito e per questo usano lo stereotipo classico. Non sei socialdemocratico? Allora sei un estremista di destra. Ma Milei è davvero una scheggia impazzita nel mondo della politica, perché lui non ha mai fatto parte del mondo politico. Non è uscito dall’apparato, non è un prodotto del sistema. Ha fatto veramente la rivoluzione culturale in Argentina, un Paese che da settant’anni è peronista. Il peronismo è una forma latinoamericana di socialdemocrazia, di socialismo, e lui in soli cinque anni è riuscito a imporre esattamente quelle tematiche di cui stiamo parlando e che in Italia io sto portando avanti da tantissimo tempo. E lo fa senza essere moderato, come me.

Perché non sei moderato?

Perché non voglio costruire nulla con i politici. Anzi, li voglio fuori dei coglioni e dalla mia vita.

La cosa peggiore e la cosa migliore di Giorgia Meloni.

La cosa peggiore è che non ha rispettato nulla di quanto promesso. Per una persona normale è una cosa inaccettabile, ma per i politici è la norma. La cosa migliore è che non tifa la Roma.

E invece di Elly Schlein?

La cosa peggiore è che rappresenta esattamente ciò che hanno rappresentato i sessantottini. La cosa migliore? È un bell’uomo.

Ti sei sempre sentito un realista. Credi che l’Italia avrà un Milei o potrà salvarsi?

Assolutamente no. Ma sono arrivato a questa conclusione negli anni Novanta. Anche io ho fatto i miei errori. Sono stato nella prima Lega, quella che sembrava rivoluzionaria, e l’ho vissuta dall’interno perché ho lavorato anche al giornale La Padania. Ma mi accorsi che quello che sembrava essere il movimento più rivoluzionario e dirompente del panorama stava diventando, come gli altri, un fallimento. Capii che l’Italia non era riformabile. Siamo una Repubblica socialista. Se fossi in te terrei pronta la viglia.

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