di Claudio Romiti per il blog di Nicola Porro
Considerata la professione del soggetto, quella sparata con fragore durante lāultima puntata di āChe tempo che faā daĀ Roberto BurioniĀ potremmo definirla come una grassa e grossaĀ bufala virale. Una delle tante, ad onor del vero.
Come giĆ riportato su queste pagine,Ā il genio incompreso della pandemia, che in pochi giorni passĆ² dal sostenere il rischio zero ad invocare ad ore alterne gli arresti domiciliari di massa, ha raccontato in diretta la favola nera legataĀ ad un presunto e diffuso uso degli antibiotici degli allevatori italiani. Un uso assolutamente spregiudicato totalmente finalizzato ad accrescere la massa corporea degli animali da allevamento.
TantāĆØ che lo āscienziatoā pesarese, che durante la fase piĆ¹ buia delle restrizioni sanitarie, quella dellāabominevole ricatto sanitario indotto dalĀ green pass, definiva sorci da chiudere in casa i renitenti al vaccino, ĆØ riuscito nella grande impresa di far imbestialire due importanti categorie: i suddetti allevatori e i veterinari.
Questi ultimi, in particolare, attraverso lāAssociazione nazionale medici veterinari, hanno risposto con un durissimo comunicato stampa: āĆ uno schiaffo alla sicurezza alimentare nazionale sostenere, come ha fatto il conduttore di Che Tempo Che Fa,Ā Fabio Fazio, che assumiamo antibiotici senza saperlo ā ribatte lāAnmvi. Nessun animale in corso di trattamento farmacologico puĆ² produrre alimenti destinati al consumo umano. Ed ĆØ pura disinformazione affermare, come fa il professor Roberto Burioni, che negli allevamenti si pratichi lāutilizzo degli antibiotici per fare crescere di piĆ¹ di peso gli animali. In Italia, come in tutta la Ue, non lo si fa. E non lo si fa ormai da quasi ventāanni, sulla base di norme sullāalimentazione animale che vietano lāuso degli antibiotici come promotori della crescita dal 1Ā° gennaio 2006ā³.
Anche laĀ Federazione nazionale ordini veterinari ha divulgato un comunicato di ferma protesta, chiedendo a Fabio Fazio e ai vertici della Rai, analogamente ai colleghi dellāAnmvi, di rettificare quanto prima la colossale bufala espressa da Burioni.
Ma ancor piĆ¹ caustica la presa di posizione dellāAssosuini, associazione che organizza gli allevatori suinicoli italiani, la quale mette sul banco degli imputati anche il nostro ācaroā servizio pubblico radiotelevisivo. Vale assolutamente la pena riportarlo integralmente: āColpisce che un medico che si ĆØ speso tanto contro le chiacchiere da bar nella scienza si faccia pagare per spargere luoghi comuni in tv con i soldi del canone ā sottolinea il presidente Elio Martinelli -. In particolare quando a Che Tempo che Fa, Burioni si scaglia controĀ gli antibiotici usati per far aumentare di peso i maiali, dimentica di dire che ĆØ una pratica vietata in Italia da venti anni. Sarebbe come raccomandarsi di stare attenti al metanolo nel vino o ai metalli nei vaccini. Queste fake news sul mondo alimentare danneggiano chi, come gli allevatori, ĆØ poi costretto pure a pagare lauti cachet ad ospiti approssimativi nel lanciare gravi allarmiā. E ancora: āSe Burioni ha notizie specifiche e attuali le porti in procura, se sta solo facendo quattro chiacchiere in libertĆ si rilegga i suoi libri sui danni fatti da chi parla senza cognizione di causa. Spero che la Presidenza del Consiglio e il Ministero dellāAgricoltura intervengano a tutela del comparto. Il silenzio in materia non ĆØ una strategia che funzioni.ā
Lui, dal canto suo, non fa passi indietro.Ā E su Twitter prova ad arrampicarsi sugli specchi: āNellāultima puntata diĀ che tempo che faĀ ho criticato lāutilizzo degli antibiotici negli allevamenti intensivi. Non ho detto che si usano in Italia, ma se gli antibiotici si usano in altri paesi (e si usano) i batteri resistenti possono facilmente arrivare da noiā. Poi ha aggiunto: āParlavamo di salute umana e non abbiamo ritenuto opportuno invitare dei veterinari (quando abbiamo parlato di allevamenti intensivi abbiamo invitato il prof. Claudio Bandi, che insegna nella facoltĆ di Veterinaria a Milano) e nessuna delle mie affermazioni ĆØ errata. In ogni caso se ci fosse stato un veterinario gli avrei chiesto perchĆ©, alla faccia dei divieti, lāItalia ĆØ seconda in Europa per uso di antibiotici negli animali dietro alla Polonia, come potete vedereĀ da questo rapporto EMAā.
Ora, il sospetto che BurioniĀ fosse un āospite approssimativoāĀ noi aperturisti della prima ora lo abbiamo da circa tre anni, e la sua ennesima topica non fa che confermarlo appieno. Ciononostante la Rai, attraverso uno dei suoi programmi piĆ¹ seguiti, continua a trattarlo come un infallibile uomo della medicina, le cui opinioni anzichĆ© poter essere discusse vengono proposte come una sorta di veritĆ rivelate. Un approccio demenziale che squalifica in primo luogo chi mette in scena questo orrendo teatrino dellāassurdo, spacciandolo per una sorta di divulgazione medico-scientifica.
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