Commissione Covid, il piano della feccia per mettere i bastoni tra le ruote e difendere la torma di parassiti che si sono esercitati a giocare ai piccoli nazisti

 108 emendamenti contro la commissione sul Covid: così il vecchio regime cerca di farla franca.

Erano in malafede ieri, quando imponevano lo stato concentrazionario, e di conseguenza lo sono oggi che pretendono l’oblio. Ma hanno perpetrato troppi errori e soprattutto orrori e troppo grossi.

di Max Del Papa per Il Giornale d’Italia

Casomai fosse sussistito qualche dubbio sulle pessime intenzioni, l’ostruzionismo verso la commissione d’inchiesta sulla pandemia lo fuga. Piddini e grillini, primi responsabili del regime concentrazionario e affarista sulla pelle dei malati e dei sani, questi ultimi se possibile da ammalare, scaricano una grandinata di emendamenti, 108, sull’istituenda commissione per impedirle di funzionare, se non di essere varata. E lo sanno che una commissione può sortire effetti esclusivamente critici, può dimostrare, confermare qualcosa, ma non prendere ulteriori provvedimenti sostituendosi alla magistratura ordinaria.

Ma c’è da capirli: ci stanno in mezzo tutti, a vario titolo: chi ordiva, chi mentiva, chi proibiva, chi obbligava, chi sorvegliava. E chi rubava. Adesso il boicottaggio è a pallettoni, pretende di glissare praticamente su tutto: che schifo però, che miseria politica e umana questa sinistra autoritaria che dopo avere imprigionato un paese senza ragione adesso si blinda, vorrebbe carcerare la verità sul suo operato e, con essa, la consapevolezza generale.

Divisi su tutto, tesi a rubarsi gli elettori che restano, ma tornano concordi se si tratta di farla franca. La segretaria surrealista Elly, la sardina con tre mascherine, provvidenziali, ai tempi della psicosi, non proferisce verbo, nessun “diciamo”, altrimenti rischia di vedersi saltare in mano il partito come un petardo. Perché nel PD non c’era voce dissenziente, pietosa, votata a buon senso, davvero quello fu il nazismo dei matti, degli esaltati che si esaltavano e si coprivano gli uni gli altri. Quell’altra, la sottosegretaria Zampa, la prodiana, feroce in pubblico coi novax, acida in privato contro i mammasantissima al governo e negli enti governativi, tutta roba inutile, diceva, tutta roba pretestuosa. Ma come fanno a non nascondersi? E invece vorrebbero nascondere le indagini, le cose che sgorgano come dalla più mefitica delle paludi.

E davvero fu una palude quella che una simile razza di potere ci costrinse ad attraversare. Una palude dove niente si salvò. La autentica tragedia nella tragedia dello stato autoritario incapace di fronteggiare un contagio sconosciuto, fu la totale, tragica, ignobile inettitudine di tutti i componenti di tutte le parti in causa. Senza eccezioni, senza esempi virtuosi. Tutti: i due primi ministri, i singoli ministeri, le istituzioni coinvolte, i virologi a tariffa, i commentatori, tutti, i maneggioni, i facilitatori, i tramite, adesso anche la richiesta di rinvio a giudizio per l’Arcuri, lo ricordate? Quello tracotante, con incarichi in mezzo mondo, che negoziava 900 milioni di mascherine cinesi, date per tossiche, un affare colossale da 1,2 miliardi sui quali la magistratura lo accusa di aver tratto indebiti profitti, insomma di aver rubato insieme a una decina di personaggi equivoci a spartirsi una torta colossale di 66 milioni di provvigioni. Era strafottente, il manager di stato, irrideva i critici come “liberisti da divano”, chissà mai che adesso non si ritrovi lui boiardo da brandina, in cella. Anche se l’accusa per abuso d’ufficio non reggerà in giudizio perché la magistratura i potenti li accusa per assolverli meglio.

Queste sono le cose che il blocco di sinistra vorrebbe insabbiare? Queste e molte altre, la gestione sanitaria è stata famigerata in tutto e per tutto e il sospetto è che si punti non tanto ad impedire quello che già si conosce ma che quello che si conosce sia solo la punta di un iceberg immenso e malsano fino a chissà quale estensione.

Di tragico c’è stato anche l’emergere di una cosca spregiudicata sino alla ferocia, capace di tutto, senza il minimo scrupolo. Gentaglia veramente spietata, che non ha preso una sola, singola decisione per il bene collettivo, che ha sistematicamente stritolato l’interesse collettivo, lo ha sacrificato sull’altare delle mire, delle carriere, delle faide, di un personalismo laido, ciascuno a curare l’interesse suo, a qualunque costo, a qualsiasi prezzo, senza eccezioni di sorta. Insomma dei figuri, lugubri, spaventevoli. Tutti.

A fronte di tutto questo, il capo dello stato, che di quel sistema infetto fu sorvegliante e garante, non spende oggi una mezza parola di sdegno, di condanna; per lui andavano censurati, estromessi i cosiddetti novax allora così come oggi vanno silenziati e combattuti quanti non disposti al pensiero unico sull’invasione ucraina.

Il che ha dell’incredibile. La propaganda russa c’è, è velenosa, fa danni ma le altre non sono meno pervasive e distorcenti, da quella americana a quella europea che è un tramite di altissima ambiguità, stante il suo ruolo di collaborazionista, infido, viscido con tutte le forze in campo dalla russa alla cinese all’atlantica.

Ora, per il nostro Mattarella andrebbe adottata la narrazione generalista, la sua, anziché combattere le interferenze di ogni provenienza con una decente informazione, con un pluralismo sano. Si vede che il capo degli italiani non nutre grande fiducia negli italiani e nel loro sistema informativo che pure lo incensa su ogni palchetto. Il che potrebbe anche suggerire, a voler essere maliziosi, un tratto presidenzialista nel presidente a parole costituzionalista e parlamentarista.

Ma, tornando al covid e alle malefatte di conseguenza, se pure abbiamo inspiegabilmente accettato l’impensabile fino alla perdita della dignità individuale e collettiva, alla scomparsa della salute, alle umiliazioni e ai maltrattamenti del regime, alle percosse, alle minacce e mortificazioni, alle menzogne, ai lutti provocati e mai rispettati, anzi i parenti delle vittime pressati e vilipesi, ebbene quello che a questo punto non si può accettare, quello che non è il caso di accettare oggi è il fatalismo, la rassegnazione, un delirante senso di perdono che sarebbe più grave delle vessazioni accumulate.

Non si può accettare, non si può vedere lo spettacolo dei gerarchetti in disgrazia, stretti nella incorreggibile pulsione autoritaria, con la solita pretesa di onnipotenza, di intoccabilità, di oblio sulla torsione antidemocratica, sull’arroganza e sulle disonestà che accompagnavano le piccole e grandi rapine, i ricatti, l’orrendo processo per minare 60 milioni di persone con la scusa di salvarli, di guarirli.

Dice oggi questa feccia con l’arroganza e l’ipocrisia di sempre: noi non ci stiamo a farci processare per motivi politici. Ma i motivi erano, restano politici per la semplicissima ragione che loro, e nessun altro, loro e non i cittadini spaventati, sconvolti, corrosi, loro ne hanno fatto una questione politica, di potere, di regime.

Dire non vogliamo rendere conto di quello che abbiamo fatto, che vi abbiamo fatto, è dire che il regime non si discute prima e non si processa poi. Cosa mai accaduta a memoria d’uomo, perché non c’è regime che non sia franato prima o dopo su se stesso, perché presto o tardi l’ordalia arriva, Norimberga arriva, con le ritualità, i pretesti, gli eccessi, con la retorica del caso, non sempre limpida, non sempre innocente, ma anche questo fa parte della Nemesi.

Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic qui >https://t.me/capranews

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Previous Article

La fine improvvisa di troppi giovani sportivi rposegue nel silenzio totale di media e politica: Antonio aveva 23 anni: trovato dalla madre nel solito tragico modo

Next Article

Paperoga Burioni riesce a dire idiozie tali da far infuriare sia gliallevatori che i veterinari: spara la balla degli antibiotici senza sapere che sono vietati da 20 anni

Related Posts