Lutto gravissimo per la musica italiana: anche lui trovato morto in casa come troppe altre persone. Gli Statuto, dopo Ezio Bosso perdono un altro storico componente

Nella notte è venuto a mancare Rudy. Non abbiamo parole, solo dolore». Questa mattina sulla pagina di Facebook de Gli Statuto è comparsa questa triste notizia: la morte improvvisa di Rudy Ruzza, il bassista storico della band torinese, bandiera dei Mods italiani.

Bruttissima notizia, resa ancora più amara perché Gli Statuto quest’anno compiono 40 anni di attività, uno straordinario motivo che offriva alla band un additivo all’energia che li ha sempre contraddistinti. Avevano appena registrato il disco dal vivo con il travolgente concerto del 28 gennaio al Cap 10100, un tutto esaurito d’altri tempi grazie all’affetto del pubblico storico, ma anche di tanti che li vedevano per la prima volta in concerto.

Rudy era salito sul palco per suonare tutti i bis e si preparava, anzi assaporava, la prossima tournée. Insieme agli amici Statuto aveva l’obiettivo di fare più concerti possibili attraversando tutta l’Italia: festeggiare 40 anni di carriera è un previlegio di pochi, quindi stavano allestendo insieme uno spettacolo con tutti i loro brani più importanti e con un organico allargato a fiati e tastiere, a supportare il consueto quartetto base. Il 25 aprile la prima data già fissata a Correggio in provincia di Reggio Emilia. Perciò il destino risulta ancora più amaro e beffardo.

Per Rudy la musica era davvero tutto. Con Gli Statuto dal 1989 ne ha viste e suonate di tutti i colori: sempre disponibile e entusiasta, aveva sempre la battuta pronta. Era del quartetto quello che risollevava l’umore anche nei momenti più difficili, sempre un’attitudine al pensiero positivo, gentile e disponibile con tutti, rassicurante anche per la sua mole che rivelava quanto gli piacesse la buona tavola. Quando imbracciava il basso elettrico nonostante sia uno strumento piuttosto ingombrante, su di lui quasi scompariva. Nel 1999 si era poi inventato i Beat Power, una formazione musicale con l’intenzione di rievocare le irripetibili atmosfere del beat italiano degli anni 60-70, filtrandole con un suono lievemente più rock. A Torino Rudy era molto conosciuto e molto amato. La sua passione per la musica era anche cultura: collezionista di vinili, come spesso accade, nei mercatini non mancava mai di vederlo con il suo banchetto, speranzoso che prima o poi arrivasse qualcuno a proporgli di scambiare o acquistare uno dei pochi dischi che gli mancavano a completare la sua raccolta.

ANCHE EZIO BOSSO, MORTO A CAUSA DI UNA TERRIBILE MALATTIA, INIZIO’ LA CARRIERA CON GLI STATUTO

È scomparso nella notte Rudy Ruzza, il bassista storico degli Statuto. Abbiamo chiesto un ricordo a Oskar, a partire dal provino per entrare nella band. Eccolo.

Rudy divenne nostro bassista nel 1989, dopo Ezio Bosso; per un po’ aveva suonato il basso un nostro amico della piazza, Mauro Ciancone, ma di lavoro voleva fare il grafico e quindi cercammo un bassista con intenzioni più professionali, pubblicando un’inserzione su Business.

Ci contattò Rudy e lo convocammo in sala prove. Si presentò con i capelli lunghi e il giubbotto in pelle. Noi ci guardammo contrariati, pensando «Noi siamo mods, non metallari…». Provò al volo qualche nostro brano (che non conosceva assolutamente) con esito molto confortante; gli demmo un po’ di canzoni da studiare e ci rivedemmo per un vero e proprio provino. Suonò molto bene e noi ci trovammo subito disposti ad ingaggiarlo, ma gli evidenziammo che per suonare nella band mod per eccellenza era fondamentale avere un’immagine mod. Lui rispose che non avrebbe avuto nessun problema a tagliarsi i capelli e a vestirsi in stile mod; avrebbe mantenuto l’impegno.

Con noi ha condiviso tutti i palchi possibili e immaginabili: dal Festival di Sanremo al Festivalbar, dal Cantagiro a Plaza de la Revolución all’Avana; ha registrato una decina di dischi e sempre con totale dedizione, passione e professionalità. Anche negli ultimi mesi, nonostante si stesse curando dopo essere stato operato per un problema al colon, aveva suonato nei bis del concerto per la registrazione del disco dei nostri 40 anni e si stava preparando per le date del tour del quarantennale, che partirà il 25 aprile. Per gli Statuto ha sempre dato il massimo e ne è sempre stato parte portante e integrante. È mancato nella notte mentre dormiva, probabilmente per un infarto.

La sua scomparsa lo rende eternamente il bassista storico degli Statuto: un ottimo musicista, un amico, anzi… un componente della nostra famiglia. La presentazione dal vivo «al basso e in cucina… Rudy Ruzza!» rimarrà per sempre.

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