“Covid, altro che emergenza, ecco qual è il vero problema”. Il professor Broccolo cerca di rassicurare gli italiani sulle nuove varianti e su quando sta accadendo in Cina

Francesco Broccolo, virologo e professore di Microbiologia all’Università del Salento, ha rilasciato un’intervista a Maddalena Guiotto per La Verità in cui cerca di rassicurare gli italiani sulle nuove varianti e su quando sta accadendo in Cina e soprattutto prova a frenare l’allarmismo interessato che il Sistema sta di nuovo alimentando per i soliti interessi. L’ultimo spauracchio è l’arrivo delle nuove varianti di Omicron, la Gryphon (XBB) e la BF7. Ma per Broccolo non ci si deve allarmare. Il virologo denuncia quello che è il vero problema: gli intoppi formali e burocratici che impediscono ai medici di prescrivere alcune cure che permetterebbero di gestire il virus tranquillamente. Le prescrizioni di antivirali infatti latitano “per questioni formative e altri farmaci non si possono prescrivere per problemi organizzativi e si dimenticano antinfiammatori efficaci come l’aspirina”. Intanto i cinesi stanno comprando l’acido ursodeossicolico (Ud-ca) perché bloccherebbe l’ingresso del virus. Dice Broccolo nell’intervista: “I risultati dello studio sono in fase di valutazione. La Cina non ha antivirali, monoclonali, non ha l’anakinra per bloccare la cascata citochinica. Inoltre, se si è usata una politica di Covid-zero, senza far diffondere il virus, è chiaro che quando si apre aumentano infezioni e morti, che è da capire se siano correlate a XBB e BF7”.

Spiega Broccolo: “Sono due varianti con mutazioni nuove sia sulla polimerasi, che fa replicare il virus più rapidamente, sia sul nucleo capside, la proteina che avvolge l’acido nucleico, rilevata dai test antigenici e che potrebbe dare falsi negativi. Ulteriori mutazioni della spike, poi, permettono loro di sfuggire agli anticorpi evocati dai vaccini, anche i bivalenti. In Italia non abbiamo aumento di malattia grave e decessi, anche se queste varianti sono presenti. Al momento non è chiara la virulenza, cioè quanto uccidono. Sappiamo solo che sono più trasmissibili. Non dobbiamo fare allarmismo perché non ci sono dati per giustificarlo, ma una cosa in realtà va fatta. Valutare il monitoraggio delle varianti che circolano che ci dicono la direzione in cui andiamo”.

Cosa fare dunque? “Il Cdc (Centre for disease control americano, ndr) – dice Broccolo – suggerisce un metodo molto intelligente. Al posto dei tamponi ai viaggiatori – una scelta più di facciata che crea problemi diplomatici e non dà grandi risultati – propone di fare il test delle acque reflue degli aerei: permette un campionamento ampio e individua la provenienza. I vaccini? Vanno dati solo a pazienti molto fragili e molto anziani. È però uscito un lavoro, su una rivista di Science, che dimostra come, dopo il quarto booster si innesca la tolleranza: il sistema immunitario non risponde più e, quando arriva il virus, l’organismo non risponde. Gli autori concludono che i booster continui vanno valutati molto attentamente”.

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