“Meloni fa prendere a cinghiate i nostri ragazzi” Concita De Gregorio, l’allucinante editoriale in appoggio ai Gretini che imbrattano monumenti e bloccano le strade per un allarme inesistente

di Daniele dell’Orco per Libero

La generazione di settantasettini è ridotta talmente male che, dopo essersi creata con gli intenti giovanili antisistema per poi diventare essa stessa sistema, deve darsi all’elogio del vandalismo per trasmettere la sensazione che qualche piccolo rivoluzionario col cachemire l’hanno infine partorito. Annalisa Cuzzocrea, nella difesa dei teppisti di Ultima Generazione che imbrattano i palazzi del potere e bloccano il Raccordo rovinando la giornata a chi va a lavorare, parla addirittura di “ecowarriors”, perché l’anglicismo fa più figo. L’endorsement proviene dalle colonne proletarie de La Stampa, di proprietà di famiglie notoriamente amiche del clima e impegnate nella difesa del pianeta a suon di automotive.

Poiché non ha intenzione di essere da meno, Concita De Gregorio, sempre sullo stesso giornale, rilancia alla grande addossando ai retrogradi della destra “salvinian-meloniana” la responsabilità di volere che i giovani, anziché andare nei musei a lanciare zuppe in scatola sulle opere d’arte, se ne stiano a scuola a studiarle. La De Gregorio lo chiama “pugno duro” e dice che il patriarcato li vorrebbe prendere a cinghiate, col solito stucchevole riferimento alle abitudini goliardiche della destra radicale. Poi sostiene che, tutto sommato, questi ragazzi siano di per sé una evoluzione positiva rispetto al terrorismo dei loro genitori.

Ma la cosa davvero incredibile è che la sinistra radical non capisce che non sono queste le manifestazioni amiche del pianeta, e che non sta scritto da nessuna parte che chi non va in giro a gettare vernice lavabile che poi va lavata con l’acqua che scarseggia non è preoccupata di tutelare il verde. Anzi, è vero l’opposto. A lorsignori interessa che ci sia qualche piccolo ribelle coi capelli colorati che possa trovare la scusa giusta per bigiare scuola e compensi con qualche sedicente sfondo etico il loro discutibile impiego del tempo e il loro futuro da ipersindacalizzati o percettori di reddito di cittadinanza, che dovrà essere erogato da quel sistema che in gioventù combattevano. O, nel caso dei più fortunati, seguire le orme dei genitori e occupare posti di potere tenuti in caldo da chi potrà a quel punto godersi la pensione dall’appartamento di pregio delle metropoli. E scegliere non già di aiutare il clima curandosi l’orto e coltivandosi pomodori a chilometro zero, bensì affidarsi al rider che gli porterà la spesa a casa. A meno che non rimanga bloccato sul Raccordo a causa dei figli dei loro figli che protesteranno per avere la marijuana in vendita in bustina al supermercato di fianco all’origano.

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