di Filippo Caleri per Libero
L’inflazione a due cifre rischia di tramutarsi in una stangata per gli automobilisti indisciplinati. La rivalutazione degli importi delle multe, che avviene ogni due anni, puĆ² infatti sfiorare un rotondo 11% e forse anche piĆ¹. Ogni biennio le cifre per chi infrange le regole vengono aggiornate sulla base dellāindice dei prezzi dei due anni precedenti. CosƬ se alla fine del 2020 la deflazione lāha fatta da padrona e gli aggiornamenti di prezzo sono stati pari a zero, cosƬ non sarĆ il prossimo anno per il quale, visto che lāinflazione ĆØ ormai ampiamente sopra lā11%, si prospetta un aumento record. A lanciare lāallarme ĆØ stato nei giorni scorsi, Simone Baldelli, ex deputato e giĆ presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sui consumatori, da anni impegnato per la trasparenza in tema di sanzioni stradali. Baldelli ha semplicemente ricordato che, nel rispetto dellāarticolo 195 del codice della strada il prossimo primo dicembre, il ministro della giustizia, di concerto con quelli dellāeconomia e delle infrastrutture e dei trasporti, dovrĆ fissare, i nuovi limiti delle sanzioni amministrative pecuniarie, che si applicano dal primo gennaio dellāanno successivo.
Un atto dovuto del governo, dunque ma che lāesecutivo potrebbe, con una norma ad hoc, prorogare, lasciando inalterate le sanzioni pecuniarie in un momento di estrema difficoltĆ per le famiglie. E il dossier per sminare la grana sarebbe giĆ allo studio del governo. Ā«Di questi tempi ĆØ giĆ abbastanza difficile affrontare lāinflazione a due cifre – ha twittato Baldelli – Chiedo a governo e parlamento una norma per bloccare al piĆ¹ presto il sostanzioso aumento degli importi delle multe stradali previsto per le prossime settimaneĀ».
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Una richiesta alla quale si ĆØ associata anche lāassociazione dei consumatori Codacons, che ha fatto anche i primi conti. Posto che lāasticella degli aumenti sia alla fine fissata allā11% un divieto di sosta passerebbe dagli attuali 42 euro a oltre 46, lāuso del cellulare alla guida aumenterebbe da 165 a 183, lāaccesso vietato alla Ztl da 83 a 92, il mancato uso del casco o delle cinture da 83 a 92, passare con il semaforo rosso da 167 a 185, il superamento dei limiti di velocitĆ di oltre 60 km/h da 845 a 938, la guida in stato di ebbrezza da 543 a 602, il parcheggio in divieto su posti per disabili da 168 a 186 e per finire la mancata revisione del veicolo da 173 a 190 euro.
Insomma un salasso che si aggiungerebbe agli incrementi del costo della vita giĆ registrati nelle tasche degli italiani. Gli unici a guadagnare sarebbero gli enti locali le cui casse, perennemente asfittiche, beneficiano di cospicui incassi dalle multe. Che perĆ², sempre per opera di Baldelli, non possono essere piĆ¹ usati per finanziare i servizi offerti alla collettivitĆ ma obbligatoriamente investiti nella manutenzione stradale per aumentare la sicurezza. I Comuni sono per questo obbligati a evidenziare nei loro rendiconti quanto incassano complessivamente dalle sanzioni irrogate ai guidatori che infrangono le regole e i costi e gli interventi avviati sulla rete stradale. I rendiconti per il 2022 non sono ovviamente ancora disponibili ma le cifre del 2021 sono indicative. Roma, ad esempio, ha incassato dalle multe di ogni tipo 94 milioni di euro. Anche se ĆØ impossibile stimare se i romani in auto ripeteranno lo stesso risultato, immaginando che il tasso di indisciplina sulle strade resti lo stesso il Campidoglio potrebbe contare, a rincari avvenuti, su un bottino di 104 milioni. Con lo stesso calcolo Milano passerebbe da 102 milioni a quasi 114.
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