Trans picchiato a Milano, come volevasi dimostrare: invece della medaglia, gli agenti saranno probabilmente processati. E’ arrivata la denuncia del legale del brasiliano

La legale ha sporto denuncia per lesioni personali aggravate dall’abuso della funzione pubblica, dall’aggravante della «discriminazione etnica, razziale e religiosa» oltre che per tortura e minacce

di Lorenzo Rotella per Il Secolo XIX

Tortura, minacce gravi, lesioni aggravate dall’abuso della pubblica funzione e dalla discriminazione. È sulla base di queste accuse che Bruna, transessuale di 42 anni, ha denunciato gli agenti della Polizia locale di Milano che l’hanno colpita con calci e manganellate, anche alla testa, lo scorso 24 maggio. La denuncia è stata depositata questa mattina in procura dall’avvocatessa Debora Piazza, che è in contatto anche con il consolato brasiliano.

L’aggiunto Tiziana Siciliano e la pm Giancarla Serafini, che hanno aperto un’inchiesta per lesioni aggravate dall’abuso della pubblica funzione, avranno quindi un ulteriore elemento su cui indagare. A cui si aggiunge anche il referto medico su una «ferita alla testa, compatibile con una manganellata». Nelle prossime ore, intanto, potrebbero essere iscritti i nomi di almeno tre dei quattro poliziotti intervenuti. Un’agente donna non avrebbe invece preso parte all’azione.

Nei fogli della denuncia Piazza contesta il reato di tortura perché, dopo i calci e le manganellate, Bruna «venne tenuta chiusa dentro l’auto dei vigili almeno venti minuti» dopo averle spruzzato «in faccia lo spray al peperoncino». Contestato anche l’aggravante che punisce i reati commessi «con le finalità di discriminazione etnica, razziale e religiosa»: secondo la ricostruzione fornita dalla donna e dall’avvocatessa, gli agenti si sarebbero accaniti su di lei in quanto transessuale.

L’accusa di minacce gravi, infine, riguarderebbe presunte frasi urlate dai vigili – come per esempio «ti ammazziamo» – prima di raggiungere la donna, che stava scappando da via Castelbarco a via Sarfatti. Come elemento a corredo della denuncia, la legale ha depositato ai pm un nuovo video girato con il telefonino da un testimone. Il filmato riprende gli istanti successivi all’arresto, cioè quando la donna è stata fatta salire sul mezzo della Polizia locale. Nei giorni scorsi, Piazza aveva parlato delle condizioni fisiche e mentali della sua cliente: “Ha una brutta ferita alla testa col sangue raggrumato, compatibile con una manganellata. È sconvolta, triste, depressa. Piange e non riesce proprio a rivedere il video che ha ripreso quella scena”.
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