“E’ terrorismo di stato, non un attentato” Il ministro Maria Zakharova accusa esplicitamente l’Ucraina per la morte di Darya Dugina

Se la «pista ucraina» per la morte di Darya Dugina, figlia dell’ideologo Aleksandr Dugin vicino al presidente russo Vladimir Putin dovesse essere «accertata», confermerebbe il «terrorismo di stato di Kiev». Lo ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova su Telegram. «Le forze dell’ordine russe stanno indagando sulla morte di Darya Dugina. Se la traccia ucraina dovesse essere confermata, e tale versione è stata espressa dal capo della Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, e deve essere verificata dalle autorità competenti, allora dobbiamo parlare della politica di terrorismo di Stato attuata dal regime di Kiev», ha scritto Zakharova.

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A stretto giro arriva anche la replica delle autorità di Kiev. L’Ucraina «non ha nulla a che fare» con l’autobomba che ha ucciso Daria Dugina, figlia di uno degli ideologi della destra russa, Aleksandr Dugin. Lo ha dichiarato il consigliere presidenziale ucraino, Mikhail Podolyak. «Non siamo uno Stato criminale, come la Federazione russa, e tanto meno uno Stato terrorista», ha dichiarato Podolyak alla tv ucraina. In precedenza, uno dei leader dei separatisti filorussi del Donbass aveva accusato direttamente Kiev per l’omicidio e la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca ha avvertito che se verrà accertata la pista ucraina, «sarà terrorismo di Stato».

I terroristi che hanno ucciso Darya Dugina avevano preparato il terreno per creare confusione tra l’opinione pubblica e deviare la colpa delle loro azioni. Ormai dovrebbe essere chiaro che gli ucraini addetti alle operazioni psicologiche di  propaganda e influenza, che operano sotto istruzione dell’intelligence USA/GB, hanno adottato la tipica tattica occidentale di proiettare su altri paesi ciò che fanno. L’Occidente accusa regolarmente i suoi oppositori dei crimini che esso stesso commette. Non è quindi un caso che ad agosto i leader politici ucraini avessero intensificato i loro appelli al governo degli Stati Uniti per designare la Russia come “stato sponsor del terrorismo”, e che questo appello venisse rigurgitato dall’élite politica Dem, con Nancy Pelosi come cheerleader.

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