Meloni candida Nordio non solo alle elezioni, ma anche come futuro Ministro: lo sanno i suoi elettori che è lo stesso che invocava cure psichiatriche per i no-vax?

Carlo Nordio da un quarto di secolo scrive che i magistrati o gli ex magistrati non dovrebbero fare i politici. Ma adesso, tentato dalle offerte di Giorgia Meloni, che a inizio anno lo aveva anche proposto per la presidenza della Repubblica, ha cambiato idea. Si candiderà alle elezioni di settembre, non dice con che partito, anche se tutti ormai sanno che si tratta dei Fratelli d’Italia, e probabilmente – in caso di vittoria del centrodestra – ha la strada spianata verso la poltrona di Guardasigilli, visto anche il gradimento che gode da lungo tempo ad Arcore e la sua adesione ai recenti referendum sulla giustizia che non hanno raggiunto il quorum. L’annuncio-conferma viene dato con una lettera indirizzata ai lettori de “Il Gazzettino”, il quotidiano veneto-friulano con il quale il magistrato settantatreenne collabora da trent’anni, e pubblicata nell’edizione del 19 agosto. “Cari amici lettori, in questi giorni sono state diffuse alcune notizie, che speravo restassero riservate, su una mia possibile candidatura alle prossime elezioni. Benché non siano ancora ufficiali, è giusto che voi siate i primi ad averne conferma da me”. La lettera comincia così, e siccome non viene smentito nulla sull’indicazione di una candidatura con il partito di Giorgia Meloni, la frase è un’implicita conferma della casacca che il magistrato trevigiano indosserà.

Quando Nordio tuonava contro i magistrati ‘no vax’: “Serve il test psichiatrico”

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di Felice Manti per Il Giornale del 2 aprile 2021

– «Per l’accesso in magistratura manca l’esame fondamentale: quello psichiatrico». Non le manda a dire l’ex magistrato Carlo Nordio, ex procuratore a riposo dal 2017. Nel mirino c’è sempre Nicola Gratteri, il coraggioso magistrato antimafia, e la sua sciagurata prefazione al libro  ‘negazionista’ Strage di Stato scritto da un collega magistrato, Angelo Giorgianni, e dal medico Pasquale Bacco, medico legale e amministratore delegato della Meleam Spa, società di proprietà statunitense con una sede anche a Bitonto (Bari) già noto tra i negazionisti del Covid per un video virale su una sua audizione alla Camera in cui sosteneva che «nessuno è morto di Covid».

Se è vero che Gratteri ha chiarito l’intento della sua prefazione – sfruttare l’opportunità di un libro per lanciare i suoi anatemi contro la ‘ndrangheta – è altrettanto vero che la sua decisione di avallare in qualche modo le tesi del libro e soprattutto quelle espresse dai due autori «fuori» dal libro (come «i vaccini sono acqua di fogna») rischia di gettare discredito sulla magistratura, che già oggi non sta passando un bel periodo dopo le rivelazioni dell’ex leader Anm Luca Palamara al libro-intervista Il Sistema di Alessandro Sallusti, direttore del Giornale.

«Considerato che le tesi negazioniste e no vax sono stravaganti e ai limiti dell’antisociale, non è opportuno che un magistrato ne favorisca la diffusione in nessun modo. Neanche con scritti dove non affronta direttamente queste tesi», dice l’ex giudice Nordio all’Huffington Post. Sebbene, come sottolinea l’ex magistrato, la sua prefazione dia «un quadro di plausibilità» a libro che propugna teorie complottiste.

Frasi che ricalcano quelle di un altro nume tutelare ma di orientamento politico opposto come Guido Neppi Modona, che qualche giorno fa sul Riformista aveva invocato la testa di Gratteri: «A norma dell’ordinamento giudiziario deve quantomeno essere trasferito in un’altra sede e con funzioni che non comportino alcun incarico direttivo».

Nordio ne ha anche per Giorgianni

«Un magistrato in servizio alla corte d’Appello di Messina e, contestualmente, ha da pochi giorni inviato al Tribunale dell’Aia un esposto in cui denuncia il governo italiano per crimini contro l’umanità. Quantomeno singolare, non trova?», sottolinea Nordio.

Ma che il Csm si debba occupare di Gratteri è chiaro. Soprattutto adesso che il pm antimafia è in corsa, per sua stessa ammissione, alla poltrona di capo della Procura di Milano che Francesco Greco lascerà vacante a novembre: «Certo, il Csm non ha competenza sulle idee sanitarie delle toghe», dice Nordio, che consiglia i suoi ex colleghi a fare «un bagno di umiltà» e «di leggere forse un libro di diritto in meno ma una tragedia di Shakespeare in più. Imparerebbero a capire le loro debolezze, e quelle degli altri».

 

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