Dopo Johnson sta per saltare anche Biden! Le elezioni di medio termine prevedono una disfatta totale dei democratici: la ricandidatura il vecchio delinquente la vedra’ col binocolo

Biden in bilico: “Se perde a novembre non si ricandiderà”

I dem: la sconfitta alle midterm affosserebbe un secondo mandato. In lizza per il 2024 i governatori di California, Illinois e New Jersey

NEW YORK – Si mette male, per i democratici. A confessarlo sono gli stessi operativi del partito, quelli che raccolgono i finanziamenti elettorali, gestiscono le campagne, e portano la gente alle urne negli stati e i distretti chiave. Alcuni di loro, a condizione di restare anonimi, illustrano a Repubblica uno scenario in quattro fasi: primo, il Gop vince le elezioni midterm di novembre; secondo, all’inizio del prossimo anno Biden annuncia che non si ricandida; terzo, scatta la corsa alla successione, con i governatori di California, Illinois e New Jersey in prima fila; quarto, Trump viene incriminato, ma la sua eliminazione non è una buona notizia, perché le alternative come i governatori di Florida e Virginia DeSantis e Youngkin sono migliori e assai più pericolose.

Gli operativi rivelano che la sentenza della Corte Suprema sull’aborto sta funzionando per raccogliere fondi, ma resta da vedere se basterà a convincere un numero sufficiente di donne e giovani ad andare alle urne a novembre, per evitare la sconfitta annunciata. L’inflazione resta il nemico più forte e Biden può fare poco per frenarla, anche se toglie le tariffe alla Cina o le tasse sulla benzina, e magari abbassa i prezzi delle medicine facendo approvare una versione ridotta del programma Build Back Better. Invece i militanti sono esasperati dalla sua cautela su aborto, armi, allargamento della Corte Suprema, e ciò lo indebolisce.

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Secondo gli operativi i repubblicani a novembre riprenderanno di sicuro la Camera, anche se con un margine non superiore a una decina di seggi, e forse il Senato, che però resterà in bilico. Perciò nei prossimi due anni non si farà più nulla, perché l’agenda legislativa resterà paralizzata. La Corte Suprema invece è persa per almeno vent’anni, e proseguirà la marcia per realizzare la sua agenda reazionaria, incluse le limitazioni al diritto di voto che voleva Trump, affinché i parlamenti repubblicani dei 50 stati nominassero grandi elettori a lui favorevoli.

Biden non può dirlo ora, ma gli operativi scommettono che non si ricandiderà nel 2024. Lo annuncerà l’anno prossimo, qualche mese dopo la sconfitta alle midterm. Allora partirà la corsa alla successione, ed è probabile che il candidato venga dai governatori. In prima file c’è Newsom della California, che già duella con DeSantis, seguito da Pritzker dell’Illinois e Murphy del New Jersey. Ci proveranno Kamala e forse Buttigieg, ma senza molte chance.

Fra i repubblicani Trump è nei guai e lo sa. Oltre alle audizioni sul 6 gennaio, a cui collaborerà pure il consigliere legale dell’ex presidente Pat Cipollone, il dipartimento alla Giustizia sta conducendo una sua inchiesta molto aggressiva, come dimostrano la perquisizione a casa dell’alleato di Donald Jeffrey Clark e il sequestro del telefonino dell’avvocato John Eastman. Probabilmente porterà all’incriminazione, ma sarebbe una brutta notizia per i democratici, perché a loro converrebbe che Trump corresse. Se non potesse farlo, e DeSantis o Youngkin prendessero il suo posto, sarebbero avversari molto più difficili da battere.

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