Draghi andrà a sancire l’obbedienza totale al volere di Washington: non solo Kiev. Il Migliore andrà in pellegrinaggio dai suoi padroni per certificare la nostra dipendenza economica e politica dai guerrafondai Usa

Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”

Il nostro Paese può diventare il primo referente europeo degli Stati Uniti. Il premier a Kiev forse già la prossima settimana

Il presidente del Consiglio Mario Draghi sarà a Washington dal 9 all’11 maggio, per una visita che potrebbe fare dell’Italia il punto di riferimento degli Usa allo scopo di aiutare l’Europa a raggiungere l’indipendenza dal gas russo.

[…] L’incontro alla Casa Bianca col presidente Biden non è ancora ufficiale, ma i dettagli li sta finalizzando l’ambasciatrice Mariangela Zappia, che anche in virtù dei suoi incarichi precedenti a Nato, Onu e Palazzo Chigi, ha rapidamente conquistato la fiducia non solo dell’amministrazione, ma anche degli esponenti bipartisan che seguono con più attenzione la guerra in Ucraina.

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Oltre alla capitale, Draghi vorrebbe fare una sosta a New York, dove ci sono il multilateralismo del Palazzo di Vetro e i centri finanziari più importanti al mondo, e magari Boston, dove aveva studiato. È significativo poi che l’11 maggio verrà premiato all’Atlantic Council come politico dell’anno, mentre l’amministratore delegato dell’Eni Descalzi riceverà lo stesso riconoscimento per l’imprenditoria.

È un altro segnale dell’importanza che Washington attribuisce al dossier energia, come chiave per fermare la linea aggressiva di Putin non solo in Ucraina, ma in generale contro l’Occidente.

[…] L’Italia è pronta a seguire la direzione indicata dalla Ue […] ma potrebbe assumere anche un ruolo di leadership sul gas. Non a caso, giovedì prossimo al Consiglio dei ministri verranno presentati i risultati delle recenti missioni in Algeria, Angola e Congo, finalizzate ad aumentare le nostre forniture.

Questo sforzo potrebbe mettere Draghi in condizione di venire a Washington per offrire soluzioni, incluso l’impegno dell’Italia a rinunciare progressivamente al gas di Mosca. Ciò lo renderebbe un interlocutore privilegiato di Biden, anche alla luce della prudenza con cui invece il cancelliere tedesco Scholz sta gestendo tanto qu esta pratica, quanto quella delle armi all’Ucraina.

Forse Roma si è nascosta finora dietro Berlino, perché neanche lei vorrebbe il blocco delle forniture energetiche, ma adesso potrebbe decidere che è venuto il momento di assumere un ruolo maggiore di leadership.

[…]

Anche sulle armi Roma si sta muovendo. Il ministro della Difesa Guerini ha seguito con attenzione le ultime forniture di Washington, per capire se e come aiutare la difesa ucraina con sistemi più pesanti. Il terzo punto centrale poi è l’unità dell’alleanza occidentale, come ha sottolineato lo stesso Biden nel suo discorso di giovedì. «Putin ha scommesso e scommette ancora sulla nostra divisione», l’Italia era forse percepita come un anello debole da Mosca, ma Draghi dovrà confermare con i fatti che il Cremlino si era illuso.

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  1. E’ quello che fanno sempre i nostri politici scelti a reggere le sorti nella colonia. Nel dicembre 2020 fu Renzi a recarsi a Washington a prendere ordini su come far cadere il governo Conte ed installare Draghi. Precedentemente invece era Pompeo a venire a Roma ad istruire Conte e così via. In ogni caso in qualsiasi governo italiano il ministro della difesa deve ricevere l’approvazione USA visto che siamo di fatto la loro portaerei del mediterraneo. C’è da essere orgogliosi a vivere in un paese così dignitosamernte indipendente.

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