Il regno di Carlo III potrebbe essere molto più turbolento rispetto a quello di sua madre, la regina Elisabetta, scomparsa lo scorso 8 settembre all’età di 96 anni. Il motivo? I sudditi del Commonwealth iniziano a non poterne più della monarchia: pare infatti che più di una nazione voglia seguire Barbados e diventare una repubblica. E un cambio di passo potrebbe essere più facile adesso che il nuovo re è Carlo, un monarca considerato più debole della defunta madre. E le indiscrezioni circolano proprio mentre Carlo d’Inghilterra tiene il suo primo discorso da re, al Parlamento di Westminster, rivolgendosi a Lord e deputati nella sua nuova veste di organo super-partes e consigliere dei governi britannici.
A far preoccupare Carlo potrebbe essere, per esempio, la recente dichiarazione di Gaston Browne, il primo ministro di Antigua e Barbuda, nazione del Commonwealth nei Caraibi, che ha annunciato “l’avvento della repubblica nel prossimi tre anni, non come atto di ostilità, ma per completare il cammino di indipendenza“. Browne – come riporta Repubblica – ha anche rivendicato riparazioni economiche da parte della Corona per le sofferenze dell’era imperiale. L’idea dell’indipendenza non dispiace nemmeno a Belize e Giamaica. I giovani di quest’ultimo Paese chiedono addirittura dei fondi reali per tamponare almeno in parte il dolore per la tratta degli schiavi.
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Adesso bisognerà vedere se Carlo avrà lo stesso carisma e la stessa diplomazia di Elisabetta nella gestione di queste situazioni così complesse. Anche se qualche crepa c’è anche all’interno del Regno Unito, come ha spiegato lo storico Ed Owens: “Il ministro conservatore agli Affari economici, l’Energia e la Strategia industriale Jacob Rees-Mogg non crede all’impegno contro il cambio climatico, son dunque possibili contrasti col re“. Non va meglio in Canada, dove solo il 34% degli elettori si dice monarchico con Carlo. Con Elisabetta la percentuale era del 55%.