“Era nuda, non vogliamo la salma di una peccatrice” Studentessa iraniana morta in auto col fidanzato, l’allucinante risposta di Teheran alla richiesta di rimpatrio della famiglia

di Marta Lima per Il Secolo d’Italia

“Restituiamo l’onore a Vida e aiutiamo la famiglia a riportare la salma in Iran, ha diritto ad essere seppellita”. È l’appello disperato di un amico di Vida Shahvalad, la giovane studentessa iraniana uccisa con il fidanzato, Luigi Nocerino, dai gas di scarico dell’auto nella periferia nord di Napoli. Il corpo della ragazza è stato “rifiutato” dall’Iran con una motivazione orripilante: “Era una peccatrice”. Per il solo fatto di essere venuta in Occidente per studiare.

La ragazza iraniana morta a Napoli col fidanzato e rifiutata dall’Iran

Tre giorni fa Vida era stata trovata esanime, in un’auto, con il fidanzato, 24 anni, anch’egli esanime. Vida, 20 anni, iraniana, regolarmente in Italia per studiare, era morta probabilmente a causa dei gas di scarico della vettura nel garage dove si trovava l’auto dei due, sotto casa di lui, di proprietà del padre, a Secondigliano, periferia settentrionale di Napoli. La coppia aveva chiuso la saracinesca alle spalle della macchina e l’aveva lasciata con il motore acceso, probabilmente per far sì che funzionasse il riscaldamento. Non avevano fatto i conti con i gas di scarico della macchina che hanno riempito il box e poi l’abitacolo della macchina.

Le salme sono state sequestrate e portate al Policlinico dove verranno sottoposte ad autopsia. Vida era iscritta all’università ma nel suo paese d’origine, l’Iran, la notizia della sua morte è stata data descrivendola come una ragazza «di facili costumi», come ha raccontato al Mattino il suo amico Ahmad Bahramzadeh, 28 anni, che studia odontoiatria a Pisa. E i familiari della vittima non riescono ad ottenere il trasferimento della salma nel paese. Nel servizio della tv Iran International si dice che la studentessa è «morta soffocata a Napoli» e che i due «erano seminudi» e «probabilmente stavano per avere un rapporto sessuale, ma a causa del monossido di carbonio hanno perso i sensi e poi la vita». Ma non è vero: i ragazzi erano vestiti.

A scoprire i due cadaveri era stato il padre di Vincenzo. Vani  i soccorsi del personale del 118, che ha potuto solamente constatare il decesso dei giovani. La Procura ha aperto un’inchiesta e, dopo l’esame esterno delle salme, il pm di turno – fascicolo aperto dal sostituto Maria Sofia Cozza – incaricherà il medico legale per l’autopsia. L’ipotesi principale porta comunque gli inquirenti ad ipotizzare una tragedia, anche se saranno valutate tutte le altre piste.

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