La pizza è diventata il nuovo bersaglio di Bruxelles! La feccia ha intenzione di copiare l’ultima follia Green imposta in questi giorni su tutto il territorio di New York City

di Gabriele Angelini per IlParagone

La follia Green avanza imperterrita e supera i confini. Dall’America all’Europa, si abbatte sulle nostre vite, volendoci imporre un nuovo modello: come mangiare, come vestire, come muoverci. E così arriva da New York l’ultima grande novità che piace tanto anche all’Europa e che presto si farà strada anche da noi, soprattutto in Italia. Già, perché si tratta della lotta alla pizza. Per essere più precisi ai forni a legna con cui si cucina, da secoli, il nostro piatto preferito e distintivo. Il nuovo piano ambientale introdotto dal sindaco democratico della Grande Mela Eric Adams, infatti, mira a tagliare del 75% le emissioni derivanti dagli impianti di cottura che utilizzano legna e carbone, influenzando direttamente centinaia di imprese, soprattutto le pizzerie, appunto. Immediata è scoppiata una rivolta dei gestori di questi esercizi.

Come al solito, la svolta Green impone costi esorbitanti per i commercianti. Quindi se non vuoi chiudere, devi adeguarti. E se ti adegui sborsi migliaia di dollari, come ha dovuto fare Giannone, titolare della storia Paulie Gee’s, il quale ha dichiarato al New York Post di aver investito 20.000 dollari nel proprio sistema di riduzione del fumo, sottolineando l’esigenza di adattarsi per prevenire la chiusura del locale. Immaginiamo già cosa succederà in Italia. Con questi costi, tante attività storiche saranno costrette a chiudere i battenti in nome del Green. In seguito a queste nuove disposizioni, alcune pizzerie stanno già cercando soluzioni alternative per mantenere elevata la qualità delle loro pizze minimizzando al contempo le emissioni.

Com’è la situazione normativa in Italia? “Piuttosto permissiva – spiega a Repubblica Antonio Pace, presidente dell’associazione Verace Pizza Napoletana – anche se di fatto molto confusa”. Secondo le linee guida del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio al momento non sussistono divieti per l’esercizio di forni a legna, ma solo norme che regolamentano le emissioni in atmosfera per le quali “non è richiesta l’installazione di sistemi di abbattimento, ma solo l’applicazione di buone pratiche di gestione. Ogni forno a legna deve essere dotato di una canna fumaria indipendente che sfoci direttamente all’esterno, va utilizzata legna adatta alla cottura diretta e portata avanti un’adeguata pulizia del forno. Dettami apparentemente facili da seguire – sottolinea Pace – ma che in realtà creano un panorama a mosaico. L’Italia è un Paese di borghi, molti dei nostri centri storici sono sottoposti a vincoli di tutela, e impiantare una canna fumaria indipendente non è facile. A questo vanno aggiunti molto spesso anche i vincoli imposti dai singoli condomini”. La follia Green darà la mazzata finale.

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