“Aumento di linfomi e leucemie dopo la terza dose” Anche il luminare britannico dell’oncologia lancia l’allarme nel solito assordante silenzio delle istituzioni

di Antonio Oliverio per IlParagone

È “molto chiaro” nonché “spaventoso”, per Angus Dalgleish, ciò che lega i vaccini a mRNA contro il Covid-19  all’esplosione di patologie oncologiche, la cui correlazione è evidente per l’oncologo britannico e professore di Oncologia presso l’istituto di ricerca di malattie infettive e immunitarie della St. George’s University of London. Un luminare, dunque, che sostiene quello che altri suoi colleghi non allineati sostengono da tempo, pur se nell’assordante silenzio di buona parte della comunità medico-scientifica, che pure sino a poco tempo fa era in grado di distinguere se un fantomatico virus pressoché sconosciuto potesse essere trasmesso da seduti o in piedi. Si tratta, grossomodo, di quanto sostiene, sin dal 2020, Mariano Bizzarri, oncologo di fama mondiale. In particolare, Dalgleish – coautore del libro  “Origine del Covid”, edito da Chiarelettere, assieme al giornalista italiano Paolo Barnard e al collega medico Steven Quay – si sofferma sulla terza dose del siero miracoloso: ha in sé diversi elementi per provocare “una tempesta perfetta nello sviluppo del cancro in quei pazienti abbastanza fortunati da aver evitato attacchi di cuore, coaguli, ictus, malattie autoimmuni e altre comuni reazioni avverse ai vaccini Covid”.

“Non sono vaccini…”

L’invito del dottor Dalgleish è appunto quello di sospendere le somministrazioni del vaccino Covid a causa della moltitudine di reazioni avverse che possono provocare: danni collaterali così evidenti che non potranno essere taciuti ancora a lungo. Come leggiamo su Il Giornale d’Italia, l’appello accorato del medico è stato ospitato sulla rivista britannica The Conservative Woman, l’inganno è stato (anche) semantico e lo si evince da questo passaggio, peraltro perfettamente sovrapponibile alle teorie di  Robert Malone, lo scopritore stesso della biotecnologia a mRNA: “non si tratta affatto di vaccini – scrive Dalgleish –, ma di organismi geneticamente modificati, che avrebbero dovuto essere soggetti a condizioni normative totalmente diverse”.  Inoltre, “i miei colleghi che si occupano di cancro del colon retto segnalano un’epidemia di tumori esplosivi”, prosegue nell’angosciante racconto, quelli che presentano metastasi multiple “nel fegato e altrove”. Questi tumori si verificano, con pochissime eccezioni, in “pazienti che sono stati costretti a sottoporsi al richiamo del vaccino contro il Covid”. Secondo l’oncologo, di fronte al manifestarsi dei primi effetti avversi “le agenzie avrebbero dovuto immediatamente iniziare a indagare in modo approfondito, chiedendosi anche perché il vaccino non è rimasto nel sito dell’iniezione promesso ma ha viaggiato su tutto il corpo”.

Il “viaggio” della proteina Spike

Anche il dottor Giovanni Frajese ha sempre dichiarato che la famigerata proteina Spike non si fermi nella regione del deltoide, ma che “viaggi” nell’organismo. Per non parlare del “turbo-cancro”, una definizione oltremodo angosciante, così come è allarmante il fenomeno delle malattie oncologiche fulminanti che, nel giro di pochissimi mesi e in alcuni casi di settimane, conducono al decesso. Anche secondo un altro studio che abbiamo citato in passato, la proteina Spike potrebbe avere un’azione cancerogena, portando alla progressione, alla recidiva oppure alla metastasi del cancro. I farmaci a mRNA, infatti, sintetizzano proteine “inaspettate”. Infine, viene osservato come i “turbo-cancri” mostrino una risposta molto scarsa alla chemioterapia convenzionale del cancro citotossico.

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