“Non dire idiozie” Speranza va da Floris a pontificare sul prossimo segretario del PD, Santoro lo sbriciola in tempo zero

Con l’ufficializzazione della candidatura di Elly Schlein, il Partito democratico si appresta al congresso. A difendere il “metodo” dem ecco che ci pensa Roberto Speranza. L’ex ministro della Salute, ospite di DiMartedì nello studio di La7, afferma che “la politica non è venire in televisione e raccontare le cose punto e basta. Questo congresso è un congresso aperto: chi vuole si candida”. E a replicare, anche lui di fronte a Giovanni Floris, ci pensa Michele Santoro: “Le costituenti si eleggono, ora una costituente eletta dai circoli di partito non è una costituente. Ci rendiamo conto che stiamo dando alle sardine la funzione che quando non sappiamo che mangiare e apriamo la scatoletta di sardine. Ma dai”.

“La costituente è fatta per chiunque vuole partecipare. In altri tempi Enrico Berlinguer – afferma Speranza – disse: ‘entrate e cambiateci'”. “Ma era un grande partito, non una congrega di famiglie com’è il Pd. Ma come fa a paragonare il Pd al PCI di Berlinguer?”, fa notare l’ex volto Rai. “No, questo è un valore – tira dritto il segretario di Articolo Uno-, dobbiamo difenderlo”.

“Dovete creare una base riunendoli”, è la stoccata conclusiva con cui Santoro mette la parola fine al lungo dibattito. E chiusa la parentesi Pd il giornalista passa a Giorgia Meloni, zittendo ancora una volta la sinistra: “Scopriamo e che il presidente Meloni doveva essere il terrore dei sette mari per gli oligarchi e le plutocrazie di tutto il mondo, invece come si vede la stanno accorgendo a braccia aperte”.

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