Abbiamo gli ospedali da terzo mondo, l’economia che va a rotoli e Meloni oggi a Kiev si appresta a regalare l’ennesima montagna di soldi nostri al peggior regime corrotto d’Europa. ma il Tg non te lo racconta

“24 ore per reagire se la Russia attacca”: cosa prevede l’accordo Italia-Ucraina
L’intesa tra Roma e Kiev riprende quelle firmate con Londra, Parigi e Berlino. E arriva la stoccata da Mosca
di Massimo Balsamo per il blog di Nicola Porro

Sulla scia di quelli già sottoscritti con Germania, Francia e Gran Bretagna, l’Italia è pronta a firmare l’accordo sulla sicurezza con l’Ucraina. Un piano ambizioso – forse troppo – che prevede la garanzia da parte di Giorgia Meloni per dieci anni di un’assistenza economica, diplomatica e militare che prevede anche l’impegno a “consultazioni entro 24 ore per determinare le misure necessarie per contrastare o scoraggiare l’invasore” in caso di nuovo attacco della Russia. Ma non solo.

Secondo quanto riportato da Repubblica, l’ammontare esatto degli aiuti resta un mistero. Un dettaglio non da poco, legato evidentemente alle tensioni all’interno della maggioranza sull’argomento. Basti pensare alle pressioni della Lega, cauta sul dossier russo-ucraino. Senza dimenticare le reazioni scomposte dei Cinque Stelle e gli imbarazzi all’interno del Partito Democratico. Le cifre rappresentano il punto nevralgico dell’accordo e se l’intesa tra Italia e Ucraina ricalca quella con la Germania, c’è qualche domanda da porsi: Berlino garantisce 7 miliardi per il 2024 e la promessa di “molti miliardi” negli anni successivi. Minori ma comunque significative le cifre di Parigi e Londra, rispettivamente 3 e 2,9 miliardi di euro.

L’Italia garantirà tutti quei soldi a Zelensky? Questo è l’enigma, ma c’è un dettaglio da non sottovalutare. Secondo quanto filtrato, gli aiuti di Roma a Kiev sono molti di più rispetto a quelli dichiarati pubblicamente: più di un miliardo di euro contro i 670 milioni ufficiali. E lo stesso schema potrebbe essere impiegato per questo accordo, che prevede inoltre l’aiuto all’Ucraina nel percorso di adesione all’Unione europea e nel graduale avvicinamento alla Nato, che sosterrà le sanzioni contro la Russia, che la assisterà nella riforma della sicurezza e della leva militare, che ci saranno collaborazioni rafforzate tra le due industrie della difesa, che si garantiranno aiuti umanitari per la popolazione colpita dalla guerra di Putin.

Bocche cucite a Roma sull’intesa con l’Ucraina, ma non è venuta meno la reazione della Russia, visibilmente irritata per l’ennesimo attestato di solidarietà e vicinanza (e assistenza concreta) nei confronti di Kiev. “Propaganda” secondo Leonid Slutsky, capo della commissione Affari internazionale della Duma, la camera bassa del Parlamento russo: “Il ministero degli Esteri italiano ha chiarito che l’accordo non sarà un documento giuridicamente vincolante e non prevede garanzie di sostegno politico o militare al regime di Kiev”. Stesso discorso per le intese firmate con Germania, Gran Bretagna e Francia: “Si tratta solo di un calcolo a fini propagandistici”. Una versione, quella di Slutsky, lontana dalla realtà: l’accordo sarà giuridicamente rilevante, con buona pace del Cremlino.

“Il negoziato per l’accordo bilaterale sulla cooperazione di sicurezza tra Italia e Ucraina, che la presidente del Consiglio si accinge a firmare, il contesto in atto e la morte di Navalny hanno dato impulso per il nostro impegno al fianco di Kiev”, le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani di fronte alle Commissioni riunite Affari esteri della Camera e Affari esteri e Difesa del Senato. Roma ha raccolto l’appello di Kiev alla compattezza degli alleati e per Tajani la via per arrivare a una pace giusta e duratura è la vittoria dell’Ucraina: “Francia e Germania hanno firmato accordi sulla difesa e la sicurezza, politici ed economici. Seguiamo la stessa linea: condanniamo senza se e senza ma la guerra di aggressione della Russia. L’intesa dà una veste strutturata a sostenere l’impegno per l’Ucraina a costruire il suo futuro. Si stratta di disposizioni in linea con le intese con altri Paesi. Seguiranno aggiornamenti (e forse concretezza).

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