“La sua morte improvvisa mi fa sempre più pensare a quello che succedendo negli Usa” Caso Navalny, Donald Trump non ci casca e si smarca ancora una volta dalla feccia criminale che ha in mano gli Stati Uniti

TEAM NAVALNY, ‘CORPO NON RESTITUITO PER ALTRI 14 GIORNI’

(ANSA) – Gli investigatori hanno comunicato alla madre di Alexei Navalny che il suo corpo non sarà restituito alla famiglia per altri 14 giorni. Lo ha scritto su X l’ex portavoce dell’oppositore, Kira Yarmysh, secondo la quale la motivazione è che la salma deve essere sottoposta ad “esami chimici”.

NAVALNY, TRUMP: “MORTE IMPROVVISA MI FA PENSARE A COSA SUCCEDE IN USA”

(Adnkronos) – “La morte improvvisa di Alexei Navalny mi fa sempre più pensare a quello che succedendo nel nostro Paese”. Donald Trump rompe il silenzio sulla morte dell’oppositore russo con un post in cui non c’è nessun riferimento o critica a Vladimir Putin, come hanno fatto tutti i leader del mondo libero, usa la giustificazione ufficiale di Mosca per la sua morte e ne approfitta per un attacco agli Stati Uniti a guida democratica, con un chiaro riferimento ai processi contro di lui definiti corrotti.

“E’ una lenta, ma stabile, progressione con politici corrotti di estrema sinistra, procuratori e giudici che ci portano sul cammino della distruzione – scrive ancora l’ex presidente – confini aperti, elezioni truccate e decisioni giudiziarie grossolanamente ingiuste stanno distruggendo l’America. Siamo una nazione in declino – conclude -una nazione in fallimento”.

RIFLESSIONE DI GIORGIO BIANCHI (DA TELEGRAM)

La morte in carcere di Alexej Navalny è la scusa perfetta per rilanciare la conferenza di Monaco e trasformarla nell’ennesima campagna di demonizzazione di Putin e nel contempo viene utilizzata per offuscare la caduta di Avdeevka, il genocidio di Gaza e l’intervista di Carlson allo stesso Putin. Il tutto mentre il processo ad Assange entra nelle fasi decisive.

LAURA RUGGERI DA TELEGRAM

Nel 2020, quando Navalny stava male Mosca aveva acconsentito a farlo partire per la Germania, nonostante fosse in libertà vigilata. Sappiamo come andò a finire: il Cremlino venne prontamente accusato di averlo avvelenato con il novichok. In realtà se fosse stato usato quell’agente nervino Navalny non sarebbe mai sopravvissuto. Ora i suoi sostenitori reclamano a gran voce che il corpo venga restituito alla famiglia, anche se le autorità russe hanno il diritto/dovere di condurre le loro indagini trattandosi di una morte sospetta in carcere.
Le indagini ovviamente prevedono un’autopsia.
Sembra che la legge consenta di trattenere il corpo fino a 30 giorni dal decesso, ma a questo punto la sua restituzione, e quindi il funerale, finirebbe per coincidere con le elezioni presidenziali in Russia. Problema non da poco. E’ altamente prevedibile che i suoi sostenitori sottoporranno il cadavere ad un’altra autopsia, effettuata in qualche paese ostile alla Russia, e il cui esito è già stato scritto per accusare il Cremlino della morte di Navalny. 

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