di Paolo Cagnoni per IlParagone
Romano Prodi, bisogna ammetterlo, ha una bella faccia tosta. Dopo averci portato nel “Paradiso dell’Euro” dove, parole sue, avremmo “lavorato un giorno in meno guadagnando come se avessimo lavorato un giorno in più”, l’ex Premier ora ha cominciato ad attaccare l’Unione Europea. E anche gli Stati Uniti. Durante un convegno organizzato a Roma dalla Rappresentanza in Italia della Ue, ha parlato della guerra alle porte della Russia. “In Ucraina”, ha detto, “siamo andati perché altri hanno preso le decisioni. E ora siamo terrorizzati dal fatto che altri cambino le loro decisioni”. Il riferimento alla possibile vittoria di Trump alle elezioni americane e a un eventuale disimpegno degli Usa dalla guerra è chiaro.
“La mia ossessione”, ha continuato l’ex leader dell’Ulivo, “è su che cosa faremmo, come Europa, se domani Trump cambiasse rotta. Attenzione, perché in questo momento vedo l’Europa fantastica a dettare il menu, ma poi a tavola si siedono americani e cinesi. Buon appetito!”. Parole che lasciano intravedere, in trasparenza, dubbi sull’intervento militare in Ucraina. E che dipingono l’Europa come un Continente succubo delle grandi potenze. Incapace di decidere e che, quando anche prende posizione, viene schiacciato dagli interessi altrui. Queste affermazioni possono anche essere ricondotte alla ricostruzione dell’Ucraina che avverrà a fine guerra. E per Prodi, l’alfiere dell’Euro, anche questa volta rischiamo di restare tagliati fuori.
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Questo succede quando la natura decide che al momento della nascita i neuroni del cervello debbano essere collocati nelle parti basse del soggetto e invertire così la parte razionale e intelligente dell’individuo. Da quel che si vede in giro, in questo secolo la natura si è molto divertita a fare ciò, e Mortadella ne è un esempio.