Guerra Ucraina, siamo oltre le comiche. Alla Megera scappa il vero numero dei militari di Kiev morti nel conflitto (ben 100mila): video cancellato e giornaloni in prima fila per minimizzare la sua dichiarazione

1 – IL MISTERO DEI SOLDATI UCRAINI MORTI. ARESTOVYCH ATTACCA VON DER LEYEN: “SONO SOLO DIECIMILA

Estratto dell’articolo di Corrado Zunino per www.repubblica.it

No, il governo ucraino dice che gli alleati – Usa ed Europa – stanno diffondendo numeri sbagliati sui soldati ucraini morti in nove mesi. E questo li danneggia. Ieri sera Oleksij Arestovich, loquace consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, esperto di questioni russo-sovietiche presente con costanza sulle tv di Kiev, ha detto che, in verità, i morti sul fronte ucraino sono “poco più di diecimila”.

E ha chiesto in particolare alla presidente della Commissione europea, Ursula von Der Leyen, di rettificare il suo messaggio. È stato accontentato.

La presidente ieri, nel discorso sulla necessità di un tribunale di guerra per i crimini russi, aveva ribadito: “Gli ucraini hanno già sacrificato più di centomila soldati”. Le stesse cifre che tre settimane prima aveva fornito Il generale Carl Milley, capo di Stato maggiore americano: “Oltre centomila uomini uccisi per parte”. […]

Il numero dei militari morti è un elemento fondamentale per comprendere l’andamento di una guerra e fornisce motivazione (o depressione) sia alle truppe che al popolo.

Se oggi il consigliere Arestovich parla di “poco più di diecimila morti” tra i militari di casa, a metà agosto il capo delle Forze Armate ucraine, il generale Valerii Zaluzhnyi, confermava l’uccisione in battaglia di quasi 9.000 soldati di Kiev dall’inizio dell’invasione russa.

La progressione tra agosto e novembre ha una logica matematica e porta elementi di conferma al punto di vista ucraino che vede in uno a nove il rapporto con i militari deceduti russi (sono 89.440 a oggi, secondo Ukrinform). Per completezza di fonti, il 21 settembre il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu sottolineava: “Più di 61.200 militari ucraini sono morti e 49.400 sono rimasti feriti”.

Se da una parte i numeri forniti da Mosca sulle uccisioni inflitte ai nemici sono vicini a quelli americani ed europei, va detto che c’è un supporto tattico-militare al pensiero che, in verità, le perdite ucraine siano state fin qui inferiori. […]

2 – URSULA DÀ I NUMERI

Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “Il Foglio”

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha registrato un video per annunciare un piano di confisca dei beni russi congelati e la creazione di un tribunale speciale per punire la Russia per la guerra in Ucraina. Il testo e il video del discorso sono stati pubblicati sul sito della Commissione e sui social della presidente, salvo poi essere cancellati e ripubblicati con una nuova versione nella quale mancava una frase.

Von der Leyen aveva detto che l’invasione russa dell’Ucraina ha causato la morte di “oltre 20 mila civili e 100 mila soldati”. Kyiv è molto attenta a pubblicare il numero delle vittime militari e l’ultima volta era stato il comandante delle Forze armate ucraine a dire, a metà agosto, che i soldati ucraini uccisi erano circa novemila. […]

Sia che fosse vero – nel caso sarebbe preoccupante perché superiore alle vittime russe – sia che fosse falso, pronunciarlo è stato una disattenzione grave. L’annuncio di ieri presenta anche altri aspetti problematici.

Von der Leyen ha detto che sono stati bloccati 300 miliardi di euro dalle riserve della Banca centrale russa e 19 miliardi degli oligarchi, ma non ha detto che usarli non sarà semplice perché la norma non è retroattiva e per essere regolarmente confiscati, beni di lusso e denaro dovrebbero appartenere a individui autori di un reato comprovato. […]

Neppure l’annuncio sul tribunale speciale riflette la complessità della situazione, perché l’istituzione dovrebbe passare per l’Onu, quindi prima al Consiglio di sicurezza in cui verrebbe bocciato e poi all’Assemblea generale in cui manca la maggioranza. Un punto degno di nota però c’è: la decisione di condizionare la restituzione dei 300 miliardi di riserve a un trattato di pace in cui la Russia accetta le riparazioni in Ucraina.

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