Il fallimento delle auto elettriche? Aveva ragione il Presidente di Toyota: costretti ad ammetterlo persino i pennivendoli a libro paga della feccia

La frenata dell’auto elettrica e la previsione di Toyoda

di Valerio Berruti per Repubblica
E se avesse ragione Akio Toyoda? Il presidente della Toyota, primo costruttore mondiale per vendite (oltre 11 milioni di vetture nel 2023) è sempre più scettico sull’auto elettrica come unica opzione. Vale la pena di non trascurare questa posizione, se non altro per i risultati finora raggiunti dalla “sua” azienda.

Cominciamo dalla previsione. Toyoda sostiene che «indipendentemente dai progressi delle elettriche, queste ultime raggiungeranno al massimo una quota di mercato del 30%. Ciò lascia il restante 70% a vetture ibride e a idrogeno. Non ho dubbi, quindi, che i veicoli a motore termico sopravviveranno. E questo non sarà deciso dai regolamenti o dal potere politico, ma dai clienti e dal mercato».

C’è poi un’altra interessante considerazione che il manager mette sul piatto: «Grazie all’introduzione delle ibride, 20-30 anni fa, il Giappone è l’unico Paese sviluppato ad aver ridotto le emissioni di CO2 del 23%. L’importante non è a quale tecnologia passare perché il nostro nemico è il carbonio e dovremmo tutti pensare a come ridurne le emissioni».

Di argomenti che stanno rallentando lo sviluppo dell’auto elettrica potremmo aggiungerne altri. Come i costi dei modelli e lo sviluppo della rete di rifornimento: troppo alti i primi, ancora insufficiente la seconda. Ma a supportare la tesi di Toyoda ci sono i dati di mercato. Numeri che fotografano la frenata delle vendite nei principali Paesi del pianeta durante il 2023 e che ufficializzano l’interruzione dell’escalation degli ultimi due anni.

Insomma, l’aria sembra cambiata e il 2024, almeno per l’Italia, comincia davvero in salita. A gennaio, infatti, le auto elettriche immatricolate sono state appena 2.947, –56,6% rispetto al mese precedente e –11,6 nel confronto con gennaio dell’anno precednte. Un risultato che fa precipitare la quota di mercato al 2,1% (dal 6,1% registrato a dicembre 2023), e che ci spedisce in fondo alla classifica dei principali mercati. Così sempre più spesso ritorna la domanda: basteranno i nuovi incentivi, operativi soltanto da marzo, a rimettere in corsa l’auto elettrica?

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  1. La co2 non è un inquinante, la vita sulla terra è basata sul carbonio come elemento base, non diciamo sciocchezze. Se diminuiscono i consumi delle auto è un bene ma non perchè diminuisce la co2 ma perchè gli altri inquinanti che vengono immessi nell’aria diminuiscono. E comunque bisogna valutare sempre il ciclo completo del mezzo dalla produzione allo smaltimento o riciclo altrimenti i dati sono parziali e inutili. Le auto a pile lasciamole ai bambini per usarle col telecomando.

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