Fabio Fazio complice dei criminali fino in fondo: il vero scopo dell’invito a Speranza? Alimentare la falsa narrazione della vittima di una persecuzione

Speranza, la paura fa novanta: come frigna da Fazio sulla Commissione d’inchiesta Covid
di Gabriele Alberti per Il Secolo d’Italia

Un Roberto Speranza “frignante” e imbarazzante ospite di Fabio Fazio nel salottino sicuro di “Ma che tempo che fa” sul Nove torna a spiegarci il Covid. Brutti ricordi. Soprattutto è impegnato a lamentarsi contro il governo, “terrorizzato” dalla commissione di inchiesta sulla pandemia. A tal proposito, ci vuole spiegare con due anni di ritardo “Perché guariremo” dal virus: già, proprio quel libro che l’ex ministro della Salute fu costretto a ritirare, per via dell’ inopportuna concomitanza: il coronavisrus stava infierendo di brutto proprio nel momento un cui Speranza affermava nel libro la sua “vittoria” contro la pandemia. Fu una figuraccia sesquipedale. Una “ritirata” in fretta e furia del volume. Che ora fa la sua ricomparsa, con l’aggiunta di qualche capitolo nel salottino domenicale di Fazio, convinto di essere in una “conforte zone”.  Un libro post datato. Una vicenda grottesca.

La faccia di bronzo di Speranza da Fabio Fazio: cosa omette

Non fa una gran figura Roberto Speranza. Il conduttore gli offre l’assist antigovernativo quando gli chiede cosa pensi della Commissione d’inchiesta sul Covid voluta dal centrodestra. Qui parte il lamento e la faccia di bronzo: «È un plotone d’esecuzione, una decisione politica, lo dico con amarezza. Un grande Paease discute. Attaccano me, Conte e Draghi». Quindi divaga: questa commissione poi», aggiunge Speranza, «strizza l’occhio ai no-vax». Si lancia  poi in un terreno impervio contro il piano pandemico messo a terra dal governo: “Fanno le stesse cose che abbiamo fatto noi: un pericolo politicizzare il piano pandemico e la commissione d’inchiesta parlamentare: è solo un regolamento di conti contro chi ha governato prima”.

Fu Speranza a non aggiornare il piano pandemico

Con una faccia di bronzo come poche evita di ricordare che lui il piano pandemico non lo aveva aggiornato. Peccato per lui, poi,  che tale narrazione venga smentita a tempo record proprio da Fabio Fazio. Che non può esimersi dal dare notizie: “Alcune indiscrezioni che emergono da qualche big di Fratelli d’Italia raccontano di modifiche al piano pandemico e che al momento si tratta solo di una bozza”.  Figuraccia.  Messo all’angolo, cerca di riprendersi attaccando il centrodestra e il ministro Schillaci sulle misure da prendere riguardo al Covid: “La campagna vaccinale è partita in ritardo avrei fatto una comunicazione più pressante per convincere, soprattutto i fragili, a vaccinarsi“. Una non verità. Schillaci  ha predisposto già da tempo la campagna vaccinale. Arrampicarsi sugli specchi è l’ultima strategia, ma gli italiani non sono così immemori come crede lui. Le autocelebrazioni non funzionano più: dice che con lui si spendeva di più in salute. Sarebbe stato scandaloro il contrario: è naturale che nell’emergenza in cui eravamo si siano investite risorse.

L’elogio (inaqscoltabile) di Arcuri

Inascoltabile, poi, l’elogio del commissario straordinario Domenico Arcuri. Speranza pensa che gli italiani abbiano dimenticato la sostituzione rapida con il generale Figliuolo: fu il primo atto dell’ex premier Draghi. La preoccupazione per la commissione d’inchiesta sul Covid fa Novanta. Per questo mette le mani avanti e invita a una “pax” tra le forse politiche: “abbassiamo le bandierine quando c’è di mezzo la salute. Il diritto alla salute è la cosa più importante che dobbiamo difendere”. Ma guarda…

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