“Deve guardarsi allo specchio e trarne le conseguenze” Maurizio Belpietro e la durissima denuncia contro Mattarella dopo le solite balle per polli raccontate nel ridicolo discorso di Capodanno

C’era tanta attesa, come ogni anno, per il discorso di Capodanno del Presidente della Repubblica. Per Sergio Mattarella è l’ottava volta. E tra i tanti che si sono soffermati sulle sue parole, c’è stato anche Maurizio Belpietro, che sul suo quotidiano, LaVerità, ha commentato duramente quanto detto dal Cpo dello Stato. Scrive Belpietro: “La prima annotazione riguarda i costi degli alloggi nelle grandi città, che a quanto pare hanno colpito la sensibilità del capo dello Stato, il quale ha legato il tema del diritto allo studio al problema degli affitti. Credo che il presidente facesse riferimento a Milano, la sola metropoli in cui in effetti un monolocale costa un occhio. Premesso che non è obbligatorio trasferirsi per motivi di studio nel capoluogo lombardo (il diritto all’istruzione dovrebbe essere garantito anche a Campobasso o a Palermo, e forse prima di parlare di affitti Mattarella farebbe meglio a dire due parole sulla qualità degli studi e, soprattutto, su un sistema universitario che consente ancora le baronie accademiche), credo che il presidente dovrebbe riflettere su un fatto incontrovertibile, ovvero che l’integrazione europea non presenta solo benefici, ma anche costi. I nostri vertici istituzionali si rallegrano infatti quando a proposito di Milano si dice che è una metropoli europea, ma non si rendono conto che la crescita della città porta inevitabilmente con sé un aumento dei prezzi. Più il capoluogo lombardo si fa europeo e più salgono le sue quotazioni. Non è una questione di diritto allo studio: è una regola di mercato”. Poi arriva il vero colpo.

Attacca Maurizio Belpietro: “Un’altra questione che mi ha colpito a proposito del sermone di fine anno riguarda la partecipazione al voto. Da anni la nostra è in diminuzione e Mattarella se ne è lamentato. Colpa dei giovani, che preferiscono seguire i social piuttosto che un politico?
No, colpa anche degli ultimi presidenti della Repubblica, i quali, in barba al voto degli italiani, di fronte a una crisi di governo, invece di indire nuove elezioni per restituire la parola agli italiani, hanno preferito ricorrere a formule che la Costituzione non ha mai contemplato, ovvero i governi del presidente o quelli tecnici. Dunque, il capo dello Stato dovrebbe fare mea culpa, invece di criticare gli italiani che scelgono di non votare”.

La conclusione di Belpietro è netta: “Che senso ha ritirare una scheda e apporre la propria croce su un simbolo o un candidato se poi un signore come Giorgio Napolitano può impunemente decidere di spazzar via il premier regolarmente eletto per sostituirlo con un tizio che la maggioranza degli italiani neppure conosce? Come si fa a criticare chi rifiuta di dare il proprio voto se poi al Quirinale c’è un presidente che non perde occasione di fare opposizione al governo che ha il consenso della maggioranza degli elettori? Certo, Mattarella ha ragione a lamentare la scarsa partecipazione dell’elettorato alle decisioni che riguardano il Paese, ma prima di cercare i responsabili in casa d’altri dovrebbe guardarsi allo specchio e trarne le conseguenze”.

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