Il merlo che dice al corvo quanto sei nero: Giorgia Meloni definita influencer da Renzi fa davvero ridere. Sono semplicemente entrambi servetti sciocchi della peggio feccia

Renzi attacca Meloni: “É la più brava influencer di questo Paese ma non sta facendo la premier”
E sulla bimba con la pesca, il direttore del Riformista: «Trovo assurdo che la politica italiana stia a discutere di uno spot»

C’è stato un tempo in cui Renzi sembrava voler essere l’altra gamba del governo Meloni, soprattutto sulle riforme costituzionali. Oggi invece, complice lo spot dell’Esselunga “La pesca”, e all’indomani dell’approvazione del nuovo decreto sull’immigrazione, il leader di Italia Viva coglie la palla al balzo per dare addosso alla premier e al Governo. Sciabolate a tutto andare. «Giorgia Meloni è la più brava influencer di questo Paese ma non sta facendo la premier» ha detto a margine di un convegno alla Cattolica di Milano sul tema dell’immigrazione. «E anche ieri con la storia della pesca dell’Esselunga ha fatto l’influencer, su questo è la numero uno, ha spodestato Chiara Ferragni». Il direttore del Riformista, che stamane allo spot ha dedicato il suo editoriale, richiama il post della premier e boccia così l’azione del governo, dalla Nadef approvata in Consiglio dei ministri alla gestione dei flussi migratori. «Ieri Giorgia Meloni ha fatto un post riuscitissimo per dire che lei sta dalla parte della bambina con la pesca. Trovo assurdo che la politica italiana stia a discutere di uno spot molto bello e ben riuscito e non parli della Nadef. Questo governo ci sta portando a spasso con argomenti di distrazione di massa». Da questo punto di vista, per Renzi, «sul tema dell’immigrazione questo governo ha un unico obiettivo: apparire capace di respingere». Sebbene sia «il governo che ha parlato di blocco navale, i migranti sono fisiologicamente raddoppiati». Bocciatura senza appello e un monito all’esecutivo, guardando i numeri: «L’apparenza e ‘nemica della realtà».

Resta il fatto che il Governo non starebbe facendo abbastanza per coinvolgere l’Europa nella gestione dell’immigrazione. Soprattutto la premier porterebbe in sè una contraddizione: «L’Europa è stata coinvolta nel 2015 quando ci fu l’operazione Sofia che è stata distrutta da Conte e Salvini nel 2018. Quella era un’operazione europea, poi e’ chiaro che serve di più dall’Europa. Ma chi è contro l’aiuto europeo? Essenzialmente ungheresi e polacchi. Chi sono ungheresi e polacchi? Sono gli alleati di Giorgia Meloni». Per l’ex segretario del Pd «Meloni a parole dice cose giuste – ‘l’Europa se ne occupi’ – ma poi c’è il piccolo problema che è a capo del partito che non ci vuole aiutare. Allora se lei vuole chiedere una mano in Europa si faccia un selfie perché è’ il suo partito quello che dice no. Noi siamo favorevoli all’aiuto europeo. Chi è il contrario? Il partito il cui capo si chiama Giorgia Meloni». La ricetta, per Renzi, è puntare sull’integrazione attraverso il lavoro. Senza dimenticare le vite in mare, come ricordò all’indomani del decreto Cutro. «Quando trovi una persona in mare – ha detto parlando coi giornalisti – se sei italiano la salvi, se sei italiano fai prevalere sempre l’aspetto dell’umanità, che tu sia di destra o di sinistra, noi facciamo così da duemila anni».

Poi c’è il tema di come gestire l’immigrazione: «Io penso che la soluzione migliore, l’unica che veramente funzioni sia quella della legalità, cioè mandare queste persone a lavorare. Perché se tu li lasci in stazione centrale a Milano, senza un permesso, senza una possibilità di lavoro, senza un controllo, è chiaro che diventano un fattore di insicurezza. La sicurezza si fa con il lavoro e non con i decreti fuffa di Salvini». Invece «la destra usa un linguaggio di paura e la sinistra, anziché rispondere concretamente, usa un linguaggio generico di accoglienza indiscriminata». Stroncatura anche sul fronte della nota di aggiornamento al Def, ossatura della Manovra che il Governo deve firmare entro dicembre: «Il problema è che sulla Nadef non c’è un quattrino ma non ne parla nessuno. Mi sembra che la Meloni debba chiedere aiuto all’Europa e mi sembra però che non ci sia un aiuto al ceto medio. Quindi al momento le prime impressioni potrei sintetizzarle con: tanto rumore per nulla».

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