Il figlio dell’ex senatore Denis Verdini, Tommaso, è stato posto agli arresti domiciliari nell’ambito di una indagine della Procura di Roma su commesse Anas. Oltre a Verdini è stata disposta la stessa misura cautelare nei confronti di altre quattro persone oltre a due misure interdittive, della durata di 12 mesi. Nel procedimento si ipotizzano i reati di turbativa d’asta, traffico di influenze illecite e corruzione nei confronti di Verdini, manager dell’società ‘Inver‘, attiva nel lobbing. L’indagine era partita a maggio scorso e a luglio, la Guardia di Finanza, coordinata dal sostituto procuratore Paolo Ielo, aveva effettuato alcune perquisizioni sia nell’abitazione di Tommaso Verdini che negli uffici della società. La perquisizione venne estesa anche all’ex Ceo dell’azienda e ad altri cinque manager dell’Anas, indagati per traffico di influenze illecite e corruzione. La ‘Inver’ si occupa di consulenze ad aziende che partecipano a gare d’appalto per lavori pubblici. Secondo l’ipotesi accusatoria, Verdini, utilizzando la ‘Inver’, facilitava le ditte a partecipare e a vincere appalti con l’Anas attraverso l’accesso a informazioni riservate. Queste notizie sui bandi di gara, sempre secondo chi indaga, Verdini le apprendeva dai dirigenti Anas, finiti nell’indagine, in cambio di denaro.L’inchiesta emersa a settembre 2022 – Secondo quanto scritto dal Fatto Quotidiano un anno fa, nel fascicolo aperto dalla Procura di Roma emergevano contatti fra Tommaso Verdini e i “vertici politici” del Mef tra ottobre e novembre 2021. Obiettivo? “Favorire la riconferma in ruoli apicali in Anas” o comunque “il ricollocamento in ruoli apicali ben remunerati” in società pubbliche di dirigenti amici. Per la procura, gli indagati – si legge nel capo d’imputazione – “promettevano a pubblici ufficiali di Anas (tra cui l’allora amministratore delegato, Massimo Simonini, ndr) il loro intervento o comunque il peso politico-istituzionale delle loro conoscenze (…) in cambio della messa a disposizione (…) per favorire la definizione di progetti e transazioni a cui erano interessati imprenditori a loro vicini”. Accuse messe nero su bianco e corroborate da tutta una serie di intercettazioni in cui spiccano proprio le parole del figlio del fondatore di Ala e dei suoi soci.

Il capo di imputazione è contenuto nel decreto di perquisizione eseguito l’8 luglio 2022 dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Roma della Guardia di Finanza, che hanno registrato diversi incontri di Verdini e Fabio Pileri (socio nella società Inver srl) con “esponenti di vertice politico o del Mef che ha voce in capitolo nelle nomine delle partecipate”. La Inver srl (non indagata come persona giuridica) è una società che, fra le altre cose, si occupa di “consulenza imprenditoriale” e “pianificazione aziendale”.

Era stato il Domani a scrivere della perquisizione. Ma dal decreto della Gdf emerge anche altro. Dalle intercettazioni risulta, ad esempio, che Verdini e Pileri avrebbero acquisito “nell’interesse dei loro clienti, informazioni riservate e la promessa di appoggi su progetti in corso di definizione”. In particolare, annotava la Finanza, le società della famiglia di Vito Bonsignore (costruttore ed ex deputato dell’Udc, indagato a luglio per corruzione) erano interessate alla realizzazione di opere come le autostrade Orte-Mestre e Ragusa-Catania, entrambe finanziate con fondi Cipe. Non solo. I due soci avrebbero incontrato “in luoghi non istituzionali (bar, ristoranti e altri luoghi aperti al pubblico)” anche “pubblici ufficiali di Anas preposti alle gare” e alcuni di questi incontri “sono avvenuti alla presenza degli imprenditori” vicini alla Inver.

L’inchiesta in questione nasce dalla denuncia di un ex dirigente di Anas, acquisita dai pm nel 2021. Il 25 giugno 2022 la Finanza aveva sequestrato una corrispondenza “via posta” inviata da Tommaso Verdini a Bonsignore con all’interno un “rapporto di internal Audit” di Anas, una documentazione “riservata” il cui rinvenimento, per i pm, “ha rafforzato la provvista indiziaria” sulle accuse formulate di corruzione. Quando a luglio 2022 emersero le prime notizie sull’indagine a carico di Verdini junior, l’entourage della famiglia parlò di “malinteso” e spiegò che “sia Tommaso che la società hanno sempre lavorato nel pieno rispetto delle regole”. Le persone destinatarie della perquisizione erano quattro, anche se gli indagati totali risultavano 10. A luglio 2022 i finanzieri hanno anche sequestrato i cellulari e i device in uso ai dirigenti Anas “anche al fine di individuare chi, tra i vari pubblici ufficiali incardinati nelle strutture che hanno deciso le commesse indagate, si sia in concreto messo a disposizione degli interessi privati o abbia dato rassicurazioni sull’affidamento in questione”.