Parassiti nella crema, intervengono i Nas: scatta il ritiro su tonnellate di dolci natalizi. Purtroppo non comunicano le marche

Sono in totale 39 le tonnellate di dolciumi sequestrate dai Nas. Il blitz è arrivato a ridosso di Natale e ha permesso di individuare prodotti dolciari e materie prime tipici delle festività tenuti in cattivo stato di conservazione o in locali interessati da gravi carenze igienico strutturali. In particolare perché invase da parassiti, prive di tracciabilità e oggetto di frode in commercio. Gli accertamenti, condotti su tutte le fasi di produzione, dalla distribuzione alla vendita al dettaglio, sia a livello artigianale che industriale, hanno consentito di ispezionare circa mille imprese, rilevando irregolarità in 382 strutture (circa il 38% degli obiettivi controllati). Risultato? Oltre 585 violazioni penali e amministrative per un ammontare di oltre 423mila euro di sanzioni.

Nel mirino 24 tonnellate di frutta secca contaminata da micotossine, sostanze di origine fungina pericolose per la salute. Ritirati anche oltre 500 tra panettoni, pandori e altri a dolci tipici, anche regionali. Tra le motivazioni il fatto che alcuni di questi erano di produzione industriale ma commercializzati come artigianali. In parte invece presentavano ingredienti diversi per qualità e origine rispetto a quanto dichiarato in etichetta. I militari hanno anche deferito 18 gestori e titolari di attività per l’ipotesi di frode in commercio e detenzione di prodotti dolciari in cattivo stato di conservazione e sanzionato altri 342 per carenze dei laboratori di pasticceria e mancata applicazione della tracciabilità e delle procedure preventive di sicurezza alimentare.

Secondo Coldiretti “le frodi a tavola sono crimini particolarmente odiosi perché si fondano spesso sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti. Un comportamento scorretto che mette a rischio la salute dei consumatori e fa concorrenza sleale agli imprenditori corretti”.

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