“Carne rossa e tumori, l’Oms dice idiozie” Lo studio dell’Università di Chicago pubblicato dalle maggiori riviste scientifiche smaschera l’ennesima balla creata per favorire l’introduzione delle porcherie sintetiche

di Cristiano Sanna Martini per Tiscali.it

Sono passati quasi nove anni da quando il dossier dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) proclamava carni rosse e ancora di più insaccati rispettivamente come potenzialmente cancerogene e sicuramente capaci di causare tumori. E per anni la polemica piuttosto accesa ha inseguito questa pubblicazione, influenzando parecchio le scelte di politica alimentare e e la pubblica opinione. Di come si fosse arrivati al verdetto dell’Oms abbiamo scritto qui in dettaglio. Ora però siamo alla rivoluzione o poco ci manca. Perché uno studio della University di Chicago smentisce i toni perentori della dichiarazione Oms e introduce una visione diversa e in parte opposta dell’alimentazione con carni rosse. Il ribaltone ha un nome che è una sigla: TVA.

Il nutriente della carne che aiuta il sistema immunitario

Lo studio alimentare pubblicato da Nature e Pubmed (e interamente consultabile qui) si concentra sul TVA, cioè l’acido trans vaccenico presente tanto nelle carni ovine e bovine che nei latticini, il quale costituisce un importante nutriente dell’organismo che potenzia la risposta immunitaria e dà maggiore energia all’azione anti tumorale del corpo. Lo studio di Chicago ha prima tracciato un perimetro di 235 molecole attive provenienti da alimenti animali e poi si è concentraro in modo sempre più specifico su alcune sostanze e soffermandosi sull’acido trans vaccenico. Il quale ha la proprietà di potenziare la funzione cellulare T CD8+ che accresce l’immunità contro i tumori. Il TVA usato sui topi come cavie ha portato ad una risposta positiva contro la possibile proliferazione di cellule di cancro del colon, con capacità di annientare cellule che avrebbero innescato forme di linfoma e leucemia.

Molta speranza ma con un’ombra finale

La prospettiva aperta dallo studio dell’Università di Chicago è potenzialmente rivoluzionaria, perché riporta al centro del dibattito sull’educazione alimentare e la dieta sana, un’alimentazione equilibrata in cui non mancano, certo in dosi moderate e non troppo ripetute durante la settimana, alimenti di origine animale come latticini e carni. In realtà c’erano già precedenti studi e teorie sulle proprietà del TVA contro i tumori, e lo Studio Epic (vedi qui) metteva in evidenza come consumare non oltre 20 grammi di carne al giorno, meglio se grigliata o in padella, non presentasse rischi a lungo termine per la salute.

Il dibattito sul paradigma “carne uguale cancro” si riapre. Molta speranza, con un’ombra su questo studio. Come avverte la pubblicazione su PubMed, alcuni scienziati del team di Chicago hanno conflitto di interessi (Anand Patel, Jin Cheng e Chuan He) perché svolgono studi sul TVA per società private o hanno incarichi e partecipazioni in aziende come Celgene/BMS, Pfizer e Agios/Servier. Quindi, prudenza.

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