“Non vogliamo adeguarci all’elettrico” La rivolta dei concessionari negli Stati Uniti metà dei venditori Buick lascia il marchio: la transizione la vogliono far pagare a loro

di Mirco Magni per Quattroruote

Metà delle concessionarie Buick del Nordamerica ha preferito uscire dal franchising del gruppo General Motors invece che investire per adeguare le proprie sedi alle richieste della transizione elettrica. La notizia, riportata dal quotidiano Detroit Free Press, ha quasi dell’incredibile visto l’andamento del settore: il marchio americano punta a lanciare il suo primo modello elettrico nel 2024 e, a tendere, espanderà la propria gamma introducendo nuove auto alla spina. C’è però da valutare anche il fatto che la Buick avrebbe chiesto ai propri dealer di investire cifre tra i 300 e i 400 mila dollari (270-365 mila euro) per adeguare le proprie infrastrutture all’arrivo delle nuove elettriche. Cifre non esagerate per realtà medio-grandi, ma probabilmente ritenute insostenibili dai concessionari più piccoli, che per rientrare nell’investimento dovrebbero vendere migliaia di veicoli a batteria. Cosa, quest’ultima, che in alcune zone degli Stati Uniti sarebbe problematica, tanto per la scarsa richiesta di Bev in alcuni Stati, quanto per l’assenza di una rete capillare in alcune parti degli Usa, soprattutto nelle aree rurali.

Rete giù del 47%. “La Buick si sta trasformando, lanciando i migliori veicoli che il marchio abbia mai avuto”, ha dichiarato un portavoce della General Motors al quotidiano di Detroit. “Tutto questo deve essere supportato da una migliore esperienza per i clienti nella transizione ai veicoli elettrici. Quest’anno abbiamo concesso ai concessionari che non sono allineati con il futuro della Buick di uscire volontariamente in modo rispettoso e strutturato, con il pieno sostegno del National Dealer Council”. I numeri, tuttavia, sono preoccupanti: dal prossimo anno la Buick avrà “solo” 1.000 concessionarie in tutti gli Stati Uniti, un numero che sembra enorme, ma che in realtà nasconde un calo del 47% rispetto al 2022.

Il caso Cadillac. Quello della Buick non è il primo caso simile nel gruppo GM. Nel 2020, infatti, la stessa operazione era stata effettuata con le concessionarie del marchio Cadillac, che però – per differente posizionamento, maggiore margine operativo e diversità di clientela – avevano risposto con un po’ più di entusiasmo alla transizione. Degli 870 dealer statunitensi, meno di un quinto aveva deciso di non investire per aggiornare le proprie strutture per adeguarsi alle necessità dei nuovi modelli alla spina, uscendo dalla rete del marchio con dei “buyout” tra i 300 e i 700 mila dollari (270-635 mila euro).

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