FAZIO CHIEDEVA A CASARINI & C. CHE DOMANDE FARE ALLA LAMORGESE
Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori per “la Verità”
Luca Casarini è il classico personaggio che piace alla gente che piace. Con quella sua faccia stropicciata, i capelli sale e pepe raccolti in uno chignon, l’orecchino e la parlata venesiàn ispirata. Un pregiudicato per svariati reati, condannato a 4 anni e 7 mesi in via definitiva […] che, evidenzia la Guardia di finanza, al momento dell’inaugurazione della Mare Jonio non sta più negli abiti e pronuncia una frase che inquieta gli investigatori.
I quali, nella loro informativa, annotano: «Dopo una serie di ripetuti messaggi inviati nel gruppo in cui si discute dei finanziamenti necessari all’acquisto della nave, della formazione e ricerca dell’equipaggio e dei salvataggi in corso nel Mediterraneo centrale, Luca Casarini afferma testualmente: “Compagni, questa è la nuova Genova”, naturalmente in riferimento al G8 del 2001 in cui lo stesso fu il protagonista delle note rivolte».
Giocò a fare la guerra e ci scappò il morto. Quindi non può non destare preoccupazione che Casarini paragoni i salvataggi in mare al disastro del capoluogo ligure. Ma forse non ha tutti i torti, se il riferimento è alla luce abbacinante dei riflettori che l’ex leader delle Tute bianche riesce ad attirare sulle sue imprese. Tra i suoi tifosi gente come Fabio Fazio, Checco Zalone, Roberto Saviano, Aboubakar Soumahoro e don Luigi Ciotti.
[…] Nonostante cotanti sponsor, fa specie che questa combriccola, apparentemente a nome dell’associazione di promozione sociale Mediterranea saving humans, sia riuscita a infiltrarsi nella redazione di Fazio in veste di suggeritrice quando il conduttore savonese ha intervistato nello studio di Che tempo che fa niente meno che l’allora ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
[…] Ma torniamo al feeling tra l’equipaggio della Mare Jonio e la trasmissione Che tempo che fa, oracolo consultato non certo per prevedere procelle e fortunali. Già a maggio del 2019 l’ex imitatore si unisce a una campagna di Mediterranea e posta un video pro migranti il cui succo è: «Nessuno sceglie dove nascere».
Il 25 ottobre dello stesso anno, don Mattia Ferrari, il cappellano di bordo del rimorchiatore, informa la ciurma che il futuro presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi, sarà ospite della trasmissione. Due giorni dopo don Mattia è in sollucchero sulla chat di gruppo: «Ragazzi, guardate il video di Zuppi da Fazio». Pausa. «Strepitoso. Ha detto delle robe fortissime».
Il 18 dicembre don Mattia annuncia: «Fazio disponibile ad aderire alla campagna per il dissequestro. Domani mattina mi chiama». Questa volta la petizione si intitola «Adesso basta. Basta una firma #Free Mediterranea» ed è stata avviata dopo che la Mare Jonio è stata bloccata in porto e ha ricevuto una multa da 300.000 euro per la violazione del decreto Sicurezza.
Il 20 dicembre il prete allega una foto del presentatore e chiosa: «Intanto Fazio mi ha mandato questa». Caccia chiede: «È la nuova campagna “Krajewskij firma l’assegno!”?». L’armatore, con questa battuta, confessa l’ovvio: le catene di Sant’Antonio dei vip servono a fare pressione sulla Chiesa per ottenere i sospirati finanziamenti.
[…] L’8 febbraio arriva il momento di cui abbiamo parlato all’inizio dell’articolo: «Mi ha chiamato Fazio dicendomi che domenica sera avrà ospite la Lamorgese» scrive don Mattia. Caccia non è sorpreso: «Lo so. La redazione mi ha chiesto una consulenza sulle domande da farle». Il prete informa i compagni di aver ricevuto a stessa proposta: «Ah ottimo. Lo ha chiesto anche a me. Allora ci tiene proprio. Se gli hai già risposto tu siamo a posto».
Replica di Caccia: «No, devo parlare domattina con il suo autore, Arnaldo Greco. Sentiamoci prima, così concordiamo su quali punti insistere». Don Mattia è soddisfatto delle loro cheerleader: «Comunque bene che Fazio e i suoi autori siano così schierati». È utile ricordarlo, con i soldi del servizio pubblico.
«È un’ottima cosa» chiosa. Il Viminale dà visibilità all’intervista sul proprio sito: «Immigrazione e sbarchi, sicurezza e percezione della sicurezza: il ministro Lamorgese ospite di Rai 2». Il brain storming equosolidale sembra dare qualche risultato. Fabio-Ambra quasi subito piazza una domanda che ha la risposta incorporata: «Secondo lei i decreti sicurezza (quelli che hanno bloccato la Mare Jonio, ndr) sono da modificare o da cancellare?».
Tertium non datur (ovvero il loro mantenimento). Fazio sfoglia gli appunti. E poi sornione chiede, riferendosi ai migranti recuperati da una Ong: «Quindi non le viene in mente di non farli sbarcare?». La Lamorgese accenna un sorrisino complice e risponde secca: «No».
In studio scatta la ola. Il presentatore cerca di mettere in difficoltà il ministro sulla conferma del «contestatissimo memorandum» degli accordi con la Libia preparato dal precedente governo giallo-verde.
E poi arriva la domanda delle domande, con la foto gigante del rimorchiatore di Casarini & C. sullo sfondo: «Martedì il tribunale di Palermo ha dissequestrato la Mare Jonio della Rete Mediterranea» esordisce Fazio. Ma già l’incipit contiene un falso: l’imbarcazione è di una compagnia commerciale privata, la Idra social shipping, che offre agli armatori servizi profumatamente pagati, compresa il prelievo dei migranti a bordo.
Per questo la banda è alla sbarra a Ragusa con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Fazio prosegue: «Ora si spera di rimetterla in mare, però, le multe alle Ong rimangono e sono anche pesanti… a persone che hanno salvato altre persone. Qual è l’atteggiamento suo e del governo nei confronti delle Ong?». Il ministro cincischia un po’ e allora Fazio, in una versione quasi mai vista di intervistatore incalzante, cerca lo sconto per gli amichetti: «Le multe sono 300.000 euro…».
La Lamorgese concede: «Le modificheremo con i decreti sicurezza». Una promessa che probabilmente, sulla Mare Jonio, fa scattare i brindisi come a Capodanno. Il 10 aprile don Ferrari scrive: «Ragazzi, mi ha chiamato Fazio. Mi chiede di intervenire domenica sera alle 20. Presentazione del libro, coronavirus, migranti e Mediterranea. Domenica sentiamoci che dite quello che devo dire». Casarini si è appena scritto con il Papa e Caccia istruisce il cappellano: «Benissimo. Domani fagli avere anche tutti i materiali sullo scambio epistolare».
Quello tra Casarini e Papa Francesco, in quel momento ancora riservato. Don Mattia fa sapere che pure il cardinale Michael Czerny si è trasformato in portavoce: «Mi ha detto di far preparare a Mediterranea una bozza di comunicato stampa sulla lettera che verrà pubblicata da Avvenire. Dobbiamo mandargliela e Czerny la farà tradurre in altre lingue».
Il 13 aprile Fazio riceve una ricca rassegna stampa sulla questione e risponde a stretto giro con alcuni emoticon sorridenti e una frase da curato di campagna: «State facendo una grande grande cosa per tante persone sfortunate e così facendo state redimendo tanti di noi che per egoismo non vediamo o non vogliamo vedere… ti abbraccio».
[…] Fazio […] evidentemente viene considerato come un marinaio ad honorem della nave. Passano 20 minuti e Casarini scrive: «Fatto». E soggiunge: «Saviano mi ha scritto dicendo che da Fazio dirà sul blocco Civil fleet». Il giorno dopo Caccia è soddisfatto: «Per il pomeriggio che ne dite di recuperare i passaggi più significativi di Saviano e Scavo da Fazio ieri sera e rilanciarne via Fb un bel montaggio?».
Tutto rigorosamente sulla fiducia, come spiega lo stesso armatore: «Io non li ho visti, ma ho sentito giudizi positivi». L’8 novembre don Mattia assicura di aver riscritto al conduttore: «Dice di dirgli bene la situazione del blocco» racconta. E aggiunge: «C’è speranza che stasera ci citi». Quindi chiede all’amico Beppe Caccia di preparare «un messaggio da girargli». Il mozzo savonese Fazio, come sempre, è pronto a lucidare la tolda della Mare Jonio.
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