Vede l’ennesimo sondaggio dove si certifica che gli italiani affossano il PD e va su tutte le furie. De Luca, la valanga di irripetibili insulti contro Elly Schlein

De Luca spara a zero sul Pd e, con l’occasione, ne approfitta per asfaltare l’opposizione a guida Schlein e Conte. E finanche Landini, considerato un possibile leader del centrosinistra secondo il sondaggio Emg/Adnkronos: «Non mi pare un elemento decisivo per il futuro dell’Italia». A un partito alle corde e non da ora, il governatore della Campania assesta altri colpi sotto la cintura dei colleghi dem sul ruolo guida del partito all’interno della compagine d’opposizione e sulle chanches dei vari leaders che, dal Pd al M5S, si contendono lo scettro. E fuori dai denti asserisce lapidario: «In queste condizioni siamo improbabili. Siamo poco credibili. La natura del partito e la qualità delle leadership sono elementi decisivi». Ed è su questo punto che concentra la bordata delle bordate De Luca, aggiungendo: «Alla fine il leader ha il ruolo di semplificazione dei messaggi, la creazione di credibilità per un’intera organizzazione. Ma senza leader credibile non si va avanti nel mondo di oggi»…

De Luca, «Pd ruolo guida? Siamo improponibili»

Ma i colpi in canna non sono esauriti e De Luca continua a sparare a zero. Così il presidente della Regione Campania, soffermandosi sui risultati del sondaggio Emg/Adnkronos che individua nel segretario della Cgil Maurizio Landini al 32% delle preferenze come leader del centrosinistra. Davanti al leader del Movimento 5Stelle, Giuseppe Conte e sul podio dove il segretario del Pd Elly Schlein raggiunge a fatica solo il terzo gradino, con il 20% delle indicazioni demoscopiche, affonda il colpo. Prima commentando l’esito sondaggistico dicendo: «Non ne so molto, ma non mi pare un elemento decisivo per il futuro dell’Italia». Quindi aggiungendo sul suo partito, in calce:

«Senza leader credibili non si va avanti»

«Nel Pd c’è una strana situazione, c’è la selezione in negativo. Nel Pci c’era gente che veniva dalla lotta antifascista. Da movimenti di massa… Persone di grande qualità culturale. Oggi, invece, la classe dirigente è scelta in base al principio “più perdi, più vai avanti”». E per perdere, come non manca di sottolineare De Luca, «hanno perso ovunque, anche la carta d’identità. Si può immaginare di avere questa classe dirigente al governo del paese?», si chiede con un interrogativo retorico che ha in sé la risposta esplicita.

De Luca: «Il Pd perde sempre e ovunque ma la classe dirigente è scelta in base al principio “più perdi, più vai avanti”»

E ancora. «Elly Schlein non ha mai fatto domanda su chi ha responsabilità del governo di questi anni? Li vedo passeggiare sulla politica come turisti svedesi, l’unico rinnovatore del Pd sono io. Sono un uomo libero, incompatibile con funzioni dirigenti di questo Pd, in cui dovrebbe esserci una classe dirigente non di anime morte sui territori, sulle aree sociali di appartenenza e anche nella sintassi. Ma abbiamo tempo per affrontare i problemi fino alle Europee sul rinnovamento della classe dirigente e del programma», tira le somme (ma solo per il momento) il governatore De Luca.

De Luca: «Dietro “Elena Schlein” tutti i capicorrente»

Il quale poi, deciso a togliersi anche un ultimo sassolino dalla scarpa, trova il modo di commentare anche il titolo che il segretario Schlein avrebbe dato al suo libro (“Nonostante il Pd”), ossia “Grazie al Pd”: «Piuttosto lo intitolerei “Grazie a De Luca, grazie al quale il Pd vince qualche volta»… Ribattezzare e lanciare epiteti come fossero strali infuocati, del resto, è un vezzo che De Luca ama regalarsi ogni volta che gli è possibile. Così, dopo il titolo del libro della segretaria Pd, il governatore prosegue ri-nominando pure la stessa autrice: «Nel Pd dietro “Elena” Schlein oggi ci sono tutti i capicorrente», sentenzia il governatore dem della Campania.

… «E la selezione della classe dirigente del Pd avviene sulle basi del correntismo»

Infine De Luca chiosa: «Tutti quelli che stavano in segreteriache stavano nel governo, li vedo passeggiare di nuovo sulla scena politica come turisti svedesi, capitati qui per caso… Il che mi porta a ritenere che l’unico vero rinnovatore del Pd sono io. Lo dico fondatamente, non avendo correnti e sottocorrenti, padroni e padroncini. Sono un uomo libero, e oggi un uomo libero è incompatibile con la selezione della classe dirigente del Pd che avviene sulle basi del correntismo». Poi, non ancora pago, “lo sceriffo” chiude il suo lungo cahier de doleances, tuonando: Questo Pd? «È un’assicurazione sulla vita del governo».

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