Marco Giusti per Dagospia
Se ne va uno degli attori inglesi più amati del secolo scorso, Joss Ackland, 95 anni, nato a North Kensington, cresciuto a Hampstead, lo stesso quartiere di Jean Simmons e di Elizabeth Taylor, ma attivissimo anche a Hollywood e in Italia. Grosso, massiccio, preparato per qualsiasi ruolo, da Goering a Churchill, da Tolstoj a Mastro Ciliegia, da D’Artagnan in gioventù al padre di D’Artagnan, da Matisse a Juan peron a teatro in una celebre “Evita”, senza pensare a vescovi, poliziotti, giudici, cattivi di ogni tipo, con una grande e profonda voce teatrale che avrebbe dato spessore a qualsiasi personaggio, ha girato qualcosa come 200 titoli tra film, film per la tv, serie.
Lo troviamo ovunque, soprattutto tra gli anni ’70 e gli anni ’80, da “Lo zoo di venere” di Peter Greenaway a “Il caso Drabble” di Don Siegel, da “Misfatto bianco” di Michael Radford con Sarah Miles, a “Caccia a Ottobre rosso” di John McTiernan con Sean Connery a “Il siciliano” di Michael Cimino, dove è il capomafia, Don Masino, da “Arma letale 2” di Richard Donner a “Surviving Picasso” di James Ivory con Anthony Hopkins-Picasso dove interpreta Henri Matisse.
Del resto poteva tenere testa a qualsiasi star del teatro e del cinema inglese, da Alec Guinness, che incontra in tv ne “La talpa” da John Le Carré e in “Gli ultimi dieci giorni di Hitler” di Ennio De Concini, a Richard Burton e Ian McShane ne “Il mascalzone” di Michael Tuchner, da Peter Finch, che incontra in “Operazione su vasta scala” di Peter Duffell, il film che lo lancia, a Michael Caine, in “Taglio di diamanti” di Don Siegel e nel “Jekyll & Hyde” televisivo degli anni ’80. Senza pensare a Denholm Elliott, suo grande amico, al quale darà il primo bacio gay che si sia mai visto sulle scene teatrali londinesi in “Bermonsdey” di John Mortimer nel 1971, o a John Hurt, che incontrerà in “Mr Forbush amd the Penguins” di Roy Boulting. Ma è attivissimo anche in Italia.
Lo ricordiamo assieme a Gian Maria Volonté-Scalfari come Gaetano Leporino in “Tre colonne in cronaca” dei Vanzina alla fine degli anni ’80, in “Dimenticare Palermo” di Francesco Rosi con Jim Belushi, nella serie “Il figlio di Sandokan” di Stefano Sollima con Kabir Bedi e perfino in “Occhiopinocchio” di e con Francesco Rosi, dove ancora una volta è un grande cattivo. Nato nel 1928, ventenne è già attivo a teatro e al cinema. Lo vediamo in piccoli ruoli in “Landfall” di Ken Annakin e “Minaccia atomica” dei fratelli Boulting. Negli anni ’60 lo troviamo in “I figli del Capitano Grant” di Ken Annakin per la Disney con Hayley Mills e Maurice Chevalier e nel “Rasputin” di Don Sharp con Christopher Lee.
Attivissimo in tv diventa Mr Peggotty nel “David Copperfield” seriale e poi D’Artagnan in “The Further Adventures of the Three Musketeer”. Sarà il regista di serie tv Peter Duffell, al suo esordio nel cinema, a volerlo protagonista di un episodio dell’horror innovativo “La casa che grondava sangue” e poi in “Operazione su vasta scala” con Peter Finch da Graham Greene. Per Joss Ackland sarà il vero lancio nel mondo del cinema, al punto che lo troviamo ovunque, perfino in film più internazionali come “SPYS” di Irvin Kershner con Donald Sutherland e Elliott Gould o “Il piccolo principe” di Stanley Donen dove è il Re.
O in “Royal Flash” di Richard Lester, che lo vorrà anche come padre di D’Artagnan nella nuova versione de “I tre moschettieri”. Fa film di grande popolarità, come “Il magnate greco” di J. Lee Thompson con Anthony Quinn o “Saint Jack” di Peter Bogdanovich con ben Gazzara o “Arma letale 2” con Mel Gibson e Danny Glover, che è forse il suo film più noto. Assolutamente workaholic, non ha mai smesso di girare film. Anche cose terribili.
Del resto aveva una grande famiglia, cinque figli femmine e due maschi. Uno dei suoi ultimi titoli è un film per la tv, “Katherine of Alexandria”, dove divide la scena con Peter O’Toole. Ma è stato anche una grande voce per il cinema di animazione, è il Black Rabbit di “La collina dei conigli”, e doppia il nostro Paolo Bonacelli in inglese nel “Caligola” di Tinto Brass.
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