Il gas peggio del petrolio: come la crisi con Mosca ha affossato l’industria Ue. Lo studio di Bankitalia
di Claudio Paudice per HuffPost
Gli shock di offerta del gas sono di gran lunga piĆ¹ deleteri, nel lungo periodo, di quelli – storicamente piĆ¹ frequenti – legati al petrolio. L’impatto di una crisi nella fornitura di metano come quella vissuta sulla sua pelle dall’Unione Europea dopo l’invasione russa dell’Ucraina e la guerra energetica con Mosca ĆØ pari al doppio rispetto a una crisi del greggio, se proiettata nell’orizzonte di un anno, in termini di aumento dei prezzi. Sono le conclusioni a cui ĆØ arrivato lo studio di Banca d’Italia “Gas naturale e macroeconomia: non tutti gli shock energetici sono uguali”, che ha analizzato gli effetti della crisi dell’energia degli ultimi due anni. Le politiche di tagli alle forniture adottate da Vladimir Putin contro l’Unione Europea in risposta alle sanzioni si sono perciĆ² rivelate molto piĆ¹ distruttive rispetto al taglio delle spedizioni di greggio che in passato hanno adottato alcuni Paesi del Medio Oriente durante le tante tensioni geopolitiche.
L’Ue ĆØ cosƬ entrata, e ancora non ne ĆØ uscita, in un territorio nuovo e inesplorato perchĆ© per la prima volta rispetto al passato, quando i conflitti con i Paesi arabiĀ provocavano periodicamente shock petroliferi per le economie occidentali, questa volta ĆØ stata l’improvvisa carenza delle forniture di gas ad aver investito in pieno le famiglie e le imprese europee e non solo.Ā L’analisi evidenzia comeĀ gli shock negativi sulle forniture di metano “siano stagflazionistici” con un impatto che all’inizio si manifesta in modo piĆ¹ graduale rispetto alle crisi petrolifere, dalle quali discende un quasi immediato aumento dei prezzi di benzina e carburanti.
Pur essendo progressivi, in definitiva gli effetti legati al metano sono perĆ² maggiori, piĆ¹ duraturi e piĆ¹ difficili da curare: “Gli shock petroliferi provocano un improvviso aumento dei prezzi dell’energia che si propaga alla componente ‘core’ dell’indice dei prezzi al consumo nel giro di pochi mesi. Gli shock del gas, al contrario, provocano un lento aumento dei prezzi dellāenergia e un aumento ancora piĆ¹ lento dei prezzi dei beni primari, con un picco che si verifica quasi due anni dopo lo shock”.
In altre parole i tempi di propagazione degli effetti scaturiti da uno choc sono molto diversi. Nel caso del metano –Ā ed ĆØ il motivo per cui l’inflazione ĆØ ancora elevata e i tassi praticati dalla Banca Centrale Europea resteranno alti ancora a lungo – le conseguenze possono continuare a manifestarsi anche due anni dopo la crisi. E poco importa se nel frattempo i Paesi dell’Ue siano corsi ai ripari, sostituendo le forniture di gas russo con quelle di altri Paesi, o se abbiano riempito i loro stoccaggi con largo anticipo rispetto alla stagione invernale.Ā La gradualitĆ della trasmissione ĆØ ascrivibile sia alla peculiare struttura del mercato del gas, nel quale gli scambi sono spesso regolati da contratti a lungo termine e i prezzi allāingrosso non influenzano immediatamente quelli al dettaglio (spesso soggetti a regolamentazione), sia allāutilizzo del gas nella produzione di energia elettrica, i cui prezzi si adeguano con ritardo a variazioni dei costi degli input energetici.
Parlando di numeri, un aumento del 5% dei prezzi del gas sul mercato europeo di Amsterdam TTFĀ ha come diretta conseguenza un aumento delĀ 2% della componente energetica dei prezzi al consumo, una crescita dello 0,2% dell’inflazione di fondo e una contrazione dello 0,5% della produzione industriale. Parrebbe poco ma non va dimenticato che il costo del gas sulla piazza dell’Ue prima della guerra si aggirava intorno ai 20 euro per megawattora, mentre nel momento del picco ad agosto 2022 ĆØ arrivato a toccare i 340 euro per megawattora, quasi il 1000% in piĆ¹. Un incremento che ovviamente non ĆØ rimasto stabile per tutta la durata della crisi ma che aiuta a comprendere di certo la portata della crisi del gas e come questa abbia provocato conseguenze in termini di prezzi e di produzione industriale cosƬ potenti non essersi ancora esaurite.
“Tali stime vanno interpretate con cautela date le difficoltĆ del modello (lineare) nel catturare le dinamiche esplosive del prezzo del gas tra il 2021 e il 2022”, rileva il Documento di lavoro degli esperti di Palazzo Koch. Ma resta il punto che “laĀ trasmissione complessiva allāinflazione core, definita come il rapporto tra le risposte cumulative dei prezzi core e dellāenergia sullāorizzonte di un anno, ĆØ di circa lā8% per gli shock del gas e del 4% per gli shock petroliferi”, rileva lo studio Bankitalia. Vuol dire che l’impatto della crisi del gas ĆØ pari al doppio rispetto a una crisi del greggio.
Questo perchĆ© nel secondo caso, si generano reazioni immediate e di breve periodo, che altrettanto rapidamente si attenuano “lasciando lāinflazione core relativamente inalterata”. Gli shock del gasĀ aumentano significativamente i prezzi dellāenergia e dei beni primari su orizzonti piĆ¹ lunghi. Non solo, perchĆ© gli effetti sono deleteri anche sul fronte della produzione industriale, dove alcuni Paesi – in particolareĀ quelli maggiormente dipendenti dal metano per la produzione di energia elettricaĀ – pagano un costo maggiore. Tra questi in testa ci sono l’Italia, la Grecia e la Spagna.
Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic qui >https://t.me/capranews