Il Festival di Sanremo potrebbe sparire dall’anno prossimo dagli schermi della Rai: i diritti del carrozzone spazzatura sono in mano al Comune, e il contratto con la tv di stato in scadenza

Estratto dell’articolo di Antonio Bravetti e Giulio Gavino per “La Stampa”

Roma-Sanremo Il Festival si fa thriller. E se, dopo Amadeus, la Rai perdesse anche la grande gara della canzone italiana che negli ultimi anni ha segnato record di ascolti e di pubblicità? Sembra impossibile, ma la dipartita dello showman che lo ha condotto per cinque edizioni, mette in allarme viale Mazzini e non solo.

«ll Festival è della Rai fino al 2025 – dice il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri – poi si vedrà». Panico. C’è infatti chi ipotizza che dal 2026 la kermesse possa passare di mano, soprattutto a fronte delle battaglie legali che i discografici stanno facendo da tempo “punzecchiando” l’esclusiva a viale Mazzini e sostenendo che un evento come Sanremo, con il giro d’affari di decine di milioni di euro che genera, debba essere oggetto di una gara d’appalto. Europea, sostiene qualcuno.

Questione spinosa se si considera che, come prevede la Gazzetta Ufficiale, la finale del Festival, per il valore culturale che ha per il Paese, debba essere necessariamente trasmessa in chiaro e di conseguenza dalla Rai, l’unica in grado di far arrivare il segnale in tutta Italia.

Le canzoni in gara, insomma, valgono quanto le partite della nazionale e i discorsi di Sergio Mattarella. «Per legge il Festival deve essere trasmesso in chiaro – spiega Biancheri – perché per l’Italia rientra nelle trasmissioni di interesse culturale e storico, come il discorso del presidente della Repubblica a Capodanno, la prima della Scala, la processione del Venerdì santo e molti altri eventi. Chi si può permettere un investimento del genere in questo momento? Deciderà che verrà dopo di me».

Il giro d’affari è un piatto ricco, che fa gola a tanti. Sessanta milioni di raccolta pubblicitaria quest’anno, una cifra cresciuta del 20% rispetto a dodici mesi prima. Un indotto da circa 18 milioni di euro tra alberghi, ristoranti, shopping e tanto altro. Decine di migliaia di ospiti e circa tremila addetti ai lavori. Alberghi pieni in tutta la riviera, si arriva fino a Nizza per cercare un posto letto, come hanno fatto quest’anno Russell Crowe e John Travolta.

[…] Spostare altrove la gara canora? Perché no, ragionano in tanti che fanno parte dell’industria discografica. Per ora il sindaco Biancheri ribadisce l’ufficialità di quanto sottoscritto con viale Mazzini: il Festival non si muoverà da Sanremo fino al 2025. La convenzione costa alla tv pubblica 5 milioni, di cui 2,3 vanno al Teatro Ariston per l’affitto.

Il primo cittadino della città dei fiori rimanda la palla per la nuova convenzione, e le relative procedure, al sindaco che uscirà dalle urne delle amministrative di giugno.
Ma si farà un appalto? «Il comune per il Festival cede momentaneamente l’utilizzo del marchio, a determinate condizioni, mica mette all’asta la manifestazione nel suo complesso. Quella viene prodotta dalla Rai.

Noi nei vari ricorsi al Tar […] abbiamo sempre sostenuto la bontà della procedura adottata e fino ad oggi ci è stata data ragione. Credo sia interesse della città proseguire su questa linea». Intanto, saluta e ringrazia lo showman dei record: «Amadeus ha contribuito a far crescere in modo esponenziale il Festival, in televisione e nella nostra città. È un grande professionista e un amico di Sanremo».

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