Il nuovo business di John Elkann? Come da tradizione sulla pelle e con i soldi degli italiani: i miliardi ereditati dal nonno delinquente dirottati sulla sanità privata

Estratto dell’articolo di Laura Della Pasqua per “la Verità”

La sanità pubblica è in palese difficoltà, è sotto gli occhi di tutti. Tagli sconsiderati nel corso degli ultimi anni, a cominciare dal dl 6 luglio 2012, n. 95 (cosiddetto Spending review) e l’avvio dei piani di rientro ad opera delle Regioni in squilibrio finanziario […]

E lì dove il pubblico arretra, inevitabilmente il privato avanzata attirato dalla prospettive di una popolazione sempre più anziana, quindi bisognosa di cure. Gli italiani spendono fra i 35 ed i 40 miliardi ogni anno per spese sanitarie.

[…]

Mentre la spesa sanitaria pubblica rallentava (tra il 1999 e il 2020 l’Italia ha segnato il minor tasso di crescita +2,1%), si facevano largo grossi gruppi industriali con acquisizioni, mega ospedali super tecnologici, case di riposo per anziani, strutture di diagnostica. Non è un caso che nel settore si sia tuffata anche Exor, la holding di casa Agnelli.

Un’operazione portata avanti contestualmente ad un’azione di ridimensionamento della presenza in Italia nel settore auto. Da una parte il gruppo taglia, falcidiando posti di lavoro nelle fabbriche storiche del nostro Paese, (oltre 2.000 sono a rischio quest’anno e non è finita qui), dall’altra si getta a capofitto in un comparto dove il rischio d’impresa è minimo, grazie alle convenzioni pubbliche e l’alto guadagno è assicurato.

L’invecchiamento della popolazione e il conseguente aumento della domanda di cure mediche, fanno della sanità il settore del futuro. Mentre sull’auto si fa sentire la concorrenza della Cina che nel giro di pochi anni dominerà il mercato, perché in grado di fornire prodotti a prezzi più competitivi e con alta tecnologia, sulla sanità il disimpegno progressivo del pubblico, apre infinite praterie di business.

Dal 2021, il Gruppo ha tagliato oltre 7.000 posti nelle aziende italiane dell’auto. Cassino, Mirafiori, Enti Centrali, Pratola Serra, Termoli e Cento, non rappresentano più un bene industriale da tutelare. Meglio investire nelle cliniche. Nel giro di un paio di anni ha realizzato una serie di acquisizioni di peso.

Ad agosto ha inglobato il 15% di Philips, multinazionale che un tempo operava nell’elettronica di consumo e ora leader mondiale nella tecnologia per la salute, con un’operazione da circa 2,6 miliardi di euro. Lo scorso anno Exor ha messo a segno altre importanti operazioni. In estate un investimento da 833 milioni per rilevare il 10% dell’Istituto Mérieux, preceduto in aprile, dall’acquisizione del 44,7% di Lifenet Healtcare attraverso un aumento di capitale riservato da 67 milioni.

La società è guidata da Nicola Bedin che, dal 2005 al 2017, è stato a capo del gruppo ospedaliero San Donato, gigante leader della sanità privata italiana e titolare dell’ospedale San Raffaele di Milano. Nel 2018 però Bedin ha lasciato la carica di ad del San Donato per fondare l’azienda specializzata in servizi ospedalieri nella quale è entrata Exor.

Si tratta di una holding con oltre 1.500 dipendenti e che gestisce una decina di strutture, tra ospedali e grandi ambulatori, in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Lazio. E proprio in quest’ultima regione l’attivismo è elevato. Nel gennaio scorso Lifenet ha perfezionato l’acquisizione della Casa di Cura Città di Aprilia, un ospedale privato accreditato con il Servizio sanitario nazionale, dotato di un Pronto Soccorso che conta circa 30.000 accessi all’anno. Un gioiello che si aggiunge all’Ospedale Regina Apostolorum di Albano Laziale già tra le proprietà del gruppo guidato da Bedin e acquisito nel 2021, accreditato con il Ssn con circa 200 posti.

John Elkann, ceo di Exor, è stato chiaro su quella che è la direzione di marcia. In una lettera agli investitori ha detto che quello della sanità «è un settore che continuerà a crescere nei prossimi decenni, per rispondere alle esigenze di una popolazione globale che diventa sempre più anziana». Quindi è qui che bisogna puntare.

Nella sanità privata si muovono altri big. Nell’indagine sulla filiera della salute realizzata dall’Area Studi di Mediobanca, troviamo il gruppo Villa Maria, oggi Gvm Care & Research, degli imprenditori Sansavini di Ravenna. […]

Nel report di Mediobanca si stima per il 2022, una crescita del giro d’affari, a livello aggregato dei maggiori operatori sanitari privati, del 4% sul 2021. Le strutture private erano il 30% nel 1997 e ora sono il 57%. Rispetto al 2010 c’è stata una crescita di 2.898 unità.

I De Benedetti e gli Angelucci hanno preferito puntare sulle residenze per anziani. Un business interessate dal momento che lo Stato contribuisce a coprire i costi sanitari delle degenze e gli anziani non autosufficienti spendono in media oltre 2.700 euro al mese, il doppio rispetto a una casa di riposo tradizionale.

 La Lombardia nel 2019 ha sborsato per le Rsa 872 milioni: soldi che sono andati alle oltre 500 case di riposo convenzionate con la Regione. Il Gruppo Kos, 550 milioni di fatturato annui, fondato da Carlo De Benedetti nel 2002, è presente in 11 regioni italiane e 2 stati esteri, per un totale di oltre 13.000 posti letto. Gestisce 110 strutture in Italia e 51 in Germania.

In Italia sono 9.000 i posti letto in 58 residenze per anziani, 16 centri di riabilitazione, 12 comunità terapeutiche psichiatriche, 7 cliniche psichiatriche e 2 ospedali. È inoltre attivo con 15 centri ambulatoriali di riabilitazione e diagnostica.

Ad agosto scorso, complice alcuni articoli particolarmente velenosi su Repubblica, La Stampa e Domani, erano circolati rumors di mire di De Benedetti ma anche di John Elkann sulla sanità del Lazio, in competizione con Rocca. L’Ingegnere da tempo tiene nel mirino questa regione. Nel 2018 il gruppo Kos compra la Casa di cura Sant’Alessandro, in via Nomentana, nella Capitale, allora 60 posti più 23 in ristrutturazione, struttura accreditata dalla Regione.

Allora era presidente del Lazio il dem Nicola Zingaretti e premier il compagno di partito Paolo Gentiloni. A marzo 2020, rileva la gestione di Villa Armonia Nuova, ancora a Roma, 104 posti letto, sempre accreditati dalla Regione. Il Gruppo opera soprattutto con il brand Anni Azzurri, frutto di un’acquisizione del gruppo Cir che risale al 2006. La Residenza Anni Azzurri, si trova nel parco di Veio (in zona Roma Nord), con 118 posti letto.

Il business è talmente florido che ci ha messo gli occhi sopra anche il fondo F2i di Cassa Depositi e Prestiti attraverso la F2i Healthcar, entrato in Kos con il 40%. Nel settore delle Rsa del Lazio, un ruolo da protagonisti ce l’hanno gli Angelucci, con il marchio San Raffaele. Antonio Angelucci, 78 anni, il capostipite, è un abile uomo d’affari e di relazioni. Ha stretto forti legami con la politica (da 14 anni è in Parlamento, prima con Forza Italia e ora con la Lega) e spazia nell’editoria con la proprietà dei quotidiani Libero e Il Tempo.

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