Arrivano i tagli in busta paga per gli stipendi di novembre: chi deve pagare l’acconto Irpef e quanto. Stipendi più leggeri per alcuni lavoratori dipendenti

di Sandra Riccio per La Stampa

Busta paga più leggera per alcuni lavoratori dipendenti a novembre. Come ogni anno, a fine mese il datore di lavoro sottrarrà il secondo acconto dell’Irpef dallo stipendio. Questo quando il datore di lavoro è stato indicato dal lavoratore come sostituto d’imposta. E’ una scelta che si fa e si indica nel momento della dichiarazione dei redditi. Non tutti quindi si ritroveranno con una busta paga più leggera e in ogni caso, nella stra grande maggioranza dei casi, sono al corrente di questo procedimento. L’alternativa è effettuare in autonomia il pagamento attraverso il modello F24.
Più nel dettaglio, questa procedura riguarda coloro che hanno compilato la dichiarazione dei redditi utilizzando il modello 730 del 2023, riferito al 2022, indicando il datore di lavoro come sostituto d’imposta. Dall’importo della prossima busta paga potrebbe essere detratta la cifra necessaria per saldare il secondo acconto dell’Irpef entro il prossimo 30 novembre.

Le cifre in ballo
Di che importo si tratta? Non c’è una risposta che valga per tutti. La somma che verrà sottratta a novembre dipende dal debito risultante dalla dichiarazione dei redditi di ciascun lavoratore. Per una stima approssimativa, è possibile guardare al debito dichiarato e considerare che il 60% di questo importo verrà trattenuto dallo stipendio di fine mese. Come spiega l’Agenzia delle Entrate, «In generale, i versamenti delle imposte sui redditi (Irpef o Ires) avvengono in 2 fasi: il saldo relativo all’anno oggetto della dichiarazione e l’acconto per l’anno successivo, che va pagato in una o in due rate, a seconda dell’importo. Salvo proroghe, il saldo che risulta dal modello Redditi Pf e l’eventuale prima rata di acconto devono essere versati entro il 30 giugno dell’anno in cui si presenta la dichiarazione, oppure entro i successivi 30 giorni pagando una maggiorazione dello 0,40%. La scadenza per l’eventuale seconda o unica rata di acconto è invece il 30 novembre».

Quando non si paga
L’acconto Irpef è dovuto se l’imposta dichiarata in quell’anno (riferita, quindi, all’anno precedente), al netto delle detrazioni, dei crediti d’imposta, delle ritenute e delle eccedenze, è superiore a 51,65 euro. L’acconto è pari al 100% dell’imposta dichiarata nell’anno e deve essere versato in una o due rate, a seconda dell’importo con un unico versamento, entro il 30 novembre, se l’acconto è inferiore a 257,52 euro. Due rate, se l’acconto è pari o superiore a 257,52 euro: la prima pari al 40% entro il 30 giugno (insieme al saldo), la seconda – il restante 60% – entro il 30 novembre.

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