Washington, è allarme tra i criminali del Pentagono! Donald Trump, in netto vantaggio in tutti i sondaggi pronto a smantellare il castello di menzogne di questi quattro anni, a cominciare da nato e Ucraina

L’allarme del New York Times: il ritorno di Trump è la fine della NATO e dell’UE

di Cesare Sacchetti per La cruna dell’ago

Quando nel 2016 Donald Trump scese la scalinata della imponente Trump Tower, la sua residenza newyorchese, i media mainstream e gli ambienti dello stato profondo internazionale furono attraversati da una sensazione di panico e di impotenza.

Panico perché per la prima volta dall’inizio del secolo scorso partecipava alla corsa per le presidenziali un candidato che non era stato scrutinato prima dai circoli che comandano in America.

Il vero potere infatti negli Stati Uniti e nel mondo Occidentale non è quello che risiede solamente nella Casa Bianca ma è quello che al di fuori di questi uffici controlla e detta le politiche che seguono questi governi.

E’ il potere del Council on Foreign Relations finanziato dalla ineffabile famiglia Rockefeller molto vicina a sua volta ad un’altra influente famiglia askenazita quale quella dei Rothschild.

E’ il potere del Bohemian Grove, quell’esclusivo circolo al quale partecipano ogni anno politici, economisti, e membri di primo piano del mondo dello spettacolo internazionale quali, ad esempio, Bono degli U2, molto vicino a sua volta al mondo delle ONG sorosiane.

Il Bohemian Grove è quel posto dove ogni anno tra le foreste della California si celebra una cerimonia alquanto inquietante nel quale si brucia un bambolotto, anche se alcuni affermano che ci sarebbe veramente un infante lì, tra le fauci di una statua a forma di gufo che pare ricordare molto quella della divinità demoniaca israelitica del Moloch, al quale le tribù israelitiche e babilonesi sacrificavano realmente i bambini.

Che il culto di Moloch sia strettamente integrato nella memoria e nella storia dell’ebraismo è provato anche dal fatto che in diverse celebrazioni della storia millenarie della religione ebraica come quella avvenuta a Chicago, negli Stati Uniti, dove nel 1933 è stata esposta una statua enorme di questa divinità per ricordare appunto il periodo nel quale gli israeliti praticavano quei sanguinolenti riti in omaggio a questo demone.

Persino il Washington Post, seppur in toni ovviamente più pacati ed edulcorati, in un suo articolo ha scritto che quando si radunano i membri di questo esclusivo club privato, lo fanno per fare delle attività non proprio “ordinarie”, se volessimo utilizzare un eufemismo.

Questi però sono i poteri che comandano l’America e l’Occidente e se volessimo scendere ancora più nelle devianze degli apparati massonici ci troveremmo di fronte alle peggiori perversioni che la mente umana abbia mai concepito quali la pedofilia, l’incesto e la coprofagia, così cara a personaggi quali l’occultista inglese Aleister Crowley e all’attivista omosessuale Mario Mieli, “mito” della comunità LGBT in Italia.

Le forze che hanno dominato il mondo per molto tempo sono oscure e hanno una filosofia, quella luciferiana, che non ha altro fine che quello di sradicare completamente la cristianità dalla faccia della Terra. Se non si comprende questo fondamentale passaggio, non si comprende nulla delle forze che si fronteggiano in questo scontro, spirutale prim’ancora che meramente politico.

Il panico ha iniziato a scorrere prepotente in questi esclusivi club americani e Occidentali quando hanno visto che nel 2016 davanti alla porta della Casa Bianca si stagliava l’ombra di un personaggio che non era stato scrutinato da queste società segrete.

La candidatura di Trump ha mandato in fumo il disegno mondialista

Era l’ombra di Donald Trump e nel momento stesso in cui si presentò un outsider quale l’imprenditore di successo americano che sfuggiva al falso duopolio delle democrazie liberali fondato sulla falsa alternanza tra liberali conservatori e liberali progressisti si mise in moto una macchina della sovversione per impedire in ogni modo che quest’uomo potesse diventare Presidente degli Stati Uniti.

La genesi del primo golpe dello Spygate contro Trump del quale abbiamo parlato in diverse occasioni va letta proprio nell’ottica di impedire che il magnate newyorchese diventasse Presidente e togliesse all’anglosfera il suo pilastro più solido e fondamentale.

L’anglosfera è quel sistema di potere geopolitico che ha influenzato la storia di tutto il XX secolo ed essa non è altro che un’emanazione del potere di quelle famiglie quali appunto i citati Rockefeller, Rothschild, Warburg, Morgan, Astor, Dupont, Elkann e molti altri che hanno scelto questo blocco per governare le nazioni e trascinarle sull’altare di un Nuovo Ordine Mondiale.

Trump è il classico outsider che non è stato calcolato in questa equazione e ciò ci porta alla paura di questo potere nei suoi confronti che citavamo in precedenza.

Quando questi ambienti si trovano di fronte ad un uomo e ad un contropotere che si oppone ai loro piani, e quando quest’uomo e questo contropotere patriottico arrivano a conquistare il Paese più potente del mondo, come gli Stati Uniti, la possibilità di una governance globale diviene di fatto impensabile.

Ora i signori del globalismo credevano di rimettere a posto le cose con la frode elettorale del 2020 e con l’instaurazione alla Casa Bianca di un altro dei loro fantocci quali il corrotto Joe Biden.

Abbiamo visto però in molteplici occasioni che lo status quo che precedeva Trump non è stato ripristinato e alla Casa Bianca appare esserci un limbo che non ha mutato le precedenti politiche dell’amministrazione Trump.

Non c’è stato quel ritorno all’interventismo tanto atteso dalla NATO poiché gli Stati Uniti piuttosto che restare in Afghanistan, Paese crocevia del traffico di eroina internazionale, hanno lasciato il Paese.

Lo stesso è accaduto in Ucraina dove gli Stati Uniti si sono guardati bene dall’intervenire militarmente contro la Russia come avrebbero voluto i pericolosi neocon che architettarono gli attentati dell’11 settembre e tutto lo stato profondo di Washington.

Il New York Times: il ritorno di Trump è la fine della NATO e dell’UE

Adesso giunge un altro articolo, dopo quello del Telegraph di cui abbiamo parlato in precedenza, del New York Times, il quotidiano “principe” dell’anglosfera.

Il New York Times non gira troppo intorno alla questione e scrive chiaramente che un ritorno di Trump, in via ufficiale aggiungiamo noi, sarebbe la chiusura del cerchio di quanto iniziato dal presidente americano sette anni fa ormai.

Trump sin dal principio aveva l’obiettivo di lasciare la NATO poiché essa non è affatto un’associazione di stampo difensivo come ancora qualche ipocrita atlantista vorrebbe sostenere.

La NATO è aggressione militare. La NATO è punizione per tutti coloro che non obbediscono e che non vogliono trascinare il proprio Paese tra le fauci del supergoverno mondiale e la lista dei suoi crimini è interminabile.

La prova tangibile che l’alleanza atlantica non era nulla di quello che diceva di essere la si è avuta all’indomati dello smantellamento dell’URSS quando piuttosto che essere liquidata, considerata la fine della minaccia sovietica, l’alleanza si espanse nell’Europa dell’Est.

L’imperialismo è la filosofia che governa la NATO ed essa non è altro che il braccio armato del mondialismo.

Un braccio che non può esistere senza che la prima potenza militare al mondo, gli USA appunto, diano il loro decisivo contributo all’esistenza dell’organizzazione.

Nessuno può sostituire gli Stati Uniti in questo ruolo ed è un fatto di cui i massimi membri dell’establishment Euro – Atlantico sono tutti molto consapevoli.

Ora costoro si trovano di fronte alla peggiore, per loro, delle prospettive. Quella di affrontare un secondo, per alcuni un terzo occulto, mandato di Trump che porterebbe a termine il lavoro iniziato nel 2016.

Alcuni ne sono certi come, ad esempio, John Bolton, il neocon americano di origini ebraiche che ebbe un ruolo decisivo nello scatenare la guerra all’Iraq e all’Afghanistan, quando nessuno di questi due Paesi ebbe alcun ruolo nella progettazione degli attentati alle Torri e al Pentagono, letteralmente impossibili senza la partecipazione dei servizi segreti americani e dei vertici infedeli delle forze armate USA.

Questa è la prospettiva che atterrisce anche i vari governanti europei e l’UE come scrive il New York Times che riferisce di come i vari diplomatici europei non sappiano come fare di fronte alla possibilità molto concreta di un ritorno di Donald Trump.

Costoro pensano di ricorrere all”adulazione” nei suoi confronti nel tentativo di ammansirlo ma si illudono poiché Trump detesta gli adulatori e i lacchè di vario tipo.

A Trump interessa soltanto servire il suo Paese e assicurare gli interessi degli Stati Uniti e questi non sono ovviamente quelli della NATO e della governance globale.

Il ritorno di Trump non significa solamente la fine dell’alleanza atlantica. Significa anche la dismissione definitiva della Unione europea che come la NATO deve la sua esistenza alla volontà della potenza americana di istituirla e di mantenerla nel corso degli anni.

E’ una storia nota ai lettori più attenti. Già dal secondo dopoguerra, all’alba della nascita dell’ordine liberale internazionale, l’antenato della CIA, l’OSS, faceva affluire fondi ai progetti di integrazione comunitari.

Le amministrazioni presidenziali di quegli anni quali quella di Truman e Eisenhower volevano che nascesse un blocco europeo per poter indirizzare e controllare meglio la politica di tutto il continente europeo.

Il cosiddetto blocco Euro-Atlantico è sempre stato controllato dall’altra parte dell’Atlantico, quella americana, e l’asse franco-tedesco è stato semplicemente scelto come un reggente di tale apparato che comunque doveva sempre rispondere a Washington.

A sua volta, Washington rispondeva a quei poteri di matrice mondialista che abbiamo citato in precedenza e dunque ogni scatola cinese di questa gerarchia alla fine vedeva il dominio di quei personaggi e di quei banchieri di Londra e New York che governano nell’ombra.

Adesso il vecchio “ordine” è finito e ciò che sta togliendo il sonno a molti appartenenti delle istituzioni di Bruxelles è proprio questo scenario.

Il secondo, o il terzo, mandato di Donald Trump che porterebbe alla fine della NATO e dell’Unione europea, le cui esistenze dipendono, o forse dovremmo dire già dipendevano, entrambe dalla volontà politica degli Stati Uniti.

Questa è la ragione per cui il 2024 fa paura. Fa paura a coloro che nel 2020 erano convinti di veder realizzati i loro piani attraverso l’operazione terroristica del coronavirus, e oggi invece scoprono con amarezza, rabbia e impotenza che le cose non sono andate come previsto e che non sono loro i signori della storia.

Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic qui >https://t.me/capranews

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Previous Article

Parte la schedatura sanitaria e potete immaginare come saremo catalogati. L’incredibile decisione con il beneplacito dei governatori delle regioni

Next Article

“Disgustoso”. Si è abbassata i pantaloni e l’ha fatto davanti a tutti sulla faccia di un idiota preso tra il pubblico: gesto choc della cantante che poi il giorno dopo, viste le polemiche, ha il coraggio di chiedere scusa a chi le vuole bene

Related Posts