Nell’anno del Signore 2023 esiste ancora il reato di vilipendio al Presidente della Repubblica. L’articolo 278 del codice penale parla chiaro: “Chiunque offende l’onoreĀ o ilĀ prestigioĀ del Presidente della Repubblica ĆØ punito con laĀ reclusione da uno a cinque anni”.
Come la casta degli intoccabili, nessuno deve ‘osare’ esprimere pareri contro chi ricopre tale ruolo nella Repubblica Italiana nata come dicono loro, dalla Resistenza al nazifascismo. Una norma fascista voluta dagli antifascisti: la meraviglia.
In molti sono incappati in questo reato, famosi e non. Alcuni sono stati assolti, altri condannati, soprattuto nel caso di insulti gratuiti.
Oggi raccontiamo la vicenda di Christian Di Marco, Socio fondatore del movimento sovranista Riconquistare l’Italia. Due giorni fa ha ricevuto un avviso di garanzia per aver scritto su Twitter nel lontano maggio 2018 il suo pensiero nei confronti del signor Mattarella. Pensiero che, ne siamo certi, sia condiviso da milioni di italiani.
Non sappiamo chi si sia preso la briga di scavare nel passato di questo ‘pericoloso’ sovranista per farlo punire per aver sostenuto che il signore che vive al Quirinale fosse “il boia italiano al servizio dell’Ue”.
Qui la reazione da applausi del signor Di Marco
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