“Urlava quando ha scoperto che era a letto con gli amici” Processo Grillo jr, il racconto in tribunale di quella notte dell’unica testimone

Estratto dell’articolo di Giuseppe Filetto per genova.repubblica.it

Di quella notte a Cala di Volpe, nella villetta in uso alla famiglia di Beppe Grillo, ricorda soprattutto di essere stata svegliata tre volte, mentre dormiva sul divano e dopo aver rifiutato “di andare in camera con uno di loro” e respinto le varie avance. Roberta, l’amica di Silvia (entrambi i nomi sono di fantasia), è la seconda vittima di violenza sessuale subita da Ciro (figlio del fondatore dei Cinque Stelle) e dai suoi tre amici genovesi, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, all’epoca tutti ventenni.

Appunto in quella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019. Roberta è la persona offesa che oggi sarà sentita in aula a Tempio Pausania. Qui, nel cuore della Gallura, da più di un anno sono a processo i quattro giovani, imputati di stupro di gruppo verso Silvia, studentessa italo-norvegese, e di violenza sessuale su Roberta.

A quest’ultima – difesa dagli avvocati Vinicio Nardo e Fiammetta Di Stefano del Foro di Milano – coi loro telefonini hanno scattato foto oscene, a sua insaputa, mentre dormiva.

In aula, oggi, potrebbero sorgere delle contestazioni da parte dei difensori degli imputati: derivanti dall’assegnazione del giudice Marcella Pinna all’Ufficio Gip e di una sua eventuale sostituzione. D’altra parte, è la seconda volta che succede: si è già avuta la surroga di un altro componente del collegio giudicante, di Nicola Bonante trasferito al tribunale di Bari e sostituito da Alessandro Cossu. Gli avvocati (Andrea Vernazza, Gennaro Velle, Alessandro Vaccaro, Enrico Grillo ed Ernesto Monteverde del Foro di Genova; Mariano Mameli ed Antonella Cuccureddu del Foro di Sassari) vogliono (ri)chiedere al presidente Marco Contu la rilettura in udienza di tutti gli atti finora trattati e le deposizioni delle decine di testimoni già interrogati.

Al netto di colpi di scena, la studentessa milanese in quei giorni appena maggiorenne come la sua amica, dovrebbe riavvolgere il nastro della sua memoria e cristallizzare cosa ha già detto ai carabinieri della Compagnia Milano Duomo il 27 luglio del 2019, dieci giorni dopo la notte di sesso ed alcol in Costa Smeralda; poi ripetuto al procuratore capo di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, ed alla sostituta Laura Bassani il 28 luglio del 2020.  Di quella notte iniziata al Billionaire di Flavio Briatore a Porto Cervo, l’amica di Silvia, oltre che parte offesa, è anche unica testimone presente nell’appartamento. E nei verbali racconta: «Mentre cucinavo la pasta, Corsi (Francesco Corsiglia, ndr) si avvicinava a mi diceva “dai che ti aiuto” e capivo che era un approccio per restare da solo con me». Dopo arriva l’invito di Edoardo Capitta. «Ma ho rifiutato di dormire in camera con lui per evitare situazioni ambigue», precisa Roberta.

Alle sei del mattino la studentessa non vede più la sua amica, che nel frattempo si è appartata in camera con Corsiglia, e si addormenta sul divano. Poi per tre volte viene svegliata. La prima, sente Ciro Grillo urlare: «Io me la sono portata a casa perchè me la volevo s…, invece se la sta s… lui». E l’altro (non si sa se sia Capitta o Lauria) gli dice: «Tanto era brutta, ne troviamo un’altra domani».

Il sonno di Roberta è interrotto altre due volte. «Nel primo caso Ciro mi ha chiesto se volessi andare con lui, gli rispondevo che stavo benissimo lì e lui si allontanava senza insistere». La seconda volta svegliata da Silvia, in accappatoio, che piangeva: «Le ho detto cosa è successo, lei mi ha risposto “tutto bene, non è successo niente”, saranno state le 8 e mezza». Poco prima si sarebbe consumata la violenza sessuale da parte di Corsiglia.

Prima di mezzogiorno, Capitta, Grillo Junior e Lauria compiono gli abusi su Roberta. Lei lo scoprirà un mese più tardi, ad indagine esplosa dopo la denuncia presentata ai carabinieri di Milano da Silvia e da sua mamma. La donna (italiana, mentre il papà è norvegese) prima l’ha fatta visitare dai ginecologi della Clinica Mangiagalli.

Roberta non sa delle foto oscene e nella villetta di Cala di Volpe, tra le 12.30 e le 13, si sveglia e cerca l’amica. «L’ho trovata completamente nuda sotto il lenzuolo, nel letto della prima stanza, da sola, era molto confusa e sconvolta, con il trucco colato sul viso per il pianto». Le domanda cosa è successo. «Mi hanno violentata», risponde Silvia. L’amica incalza: «Chi?». E l’altra: «Tutti insieme». I quattro, però, sostengono di avere avuto rapporti sessuali consensuali

La studentessa italo-norvegese (difesa dall’avvocato e senatrice della Lega Giulia Bongiorno e dal suo collega Dario Romano) ha detto agli inquirenti di essere stata costretta a bere una bottiglia di vodka “dall’odore strano”, poi di essere stata stuprata prima da Corsiglia, tenuta ferma sotto la doccia. L’indomani da Ciro, Capitta e Lauria, tutti insieme. Anche se Roberta dice di non avere notato segni particolari sul corpo di Silvia.

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