La faccia di bronzo di Landini: pretende di fare il fenomeno dopo la figuraccia indegna del licenziamento del suo portavoce usando lo stesso articolo 18 che vuole abrogare

Scontro Cgil-Calderone dopo il caso Gibelli al question time, Landini: “Noi vigilati? Mai successo. Contro il sindacato un atto gravissimo”
Botta e risposta tra la ministra del Lavoro e l’organizzazione sindacale. Calderone: «Nessuna valutazione politica». Domani conferenza stampa
Scoppia il caso tra il ministro del Lavoro Marina Calderone e la Cgil. A pesare e ad inasprire un rapporto già difficile tra il sindacato e il governo, sono state le dichiarazioni della ministra sul licenziamento da parte della Cgil dell’ex portavoce Massimo Gibelli, finito nell’aula della Camera in una interrogazione di Fdi. Sul caso «agli atti delle strutture ministeriali non risultano specifiche segnalazioni», ma «il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali vigilerà sulla vicenda segnalata e, come per tutti i datori di lavoro, verranno svolti gli opportuni controlli di legge» aveva risposto Calderone durante il question time.
“Atto gravissimo”
In un primo momento non c’era stata, a caldo, una replica del sindacato. Arrivata, però, poco dopo. È il segretario generale Maurizio Landini a prendere la parola e rispondere a tono alla ministra: «Di fronte ai vari problemi del Paese, il governo cosa fa? Il partito di maggioranza presenta una interrogazione e nel giro di due giorni il governo risponde, pensando che il problema sia vigilare sulla Cgil, un’organizzazione democratica. Non abbiamo nulla da nascondere. E’ un fatto gravissimo, mai successo» dice Landini, parlando di «un attacco politico contro la Cgil», dopo l’intervento della ministra del Lavoro. «Il concetto lo ribaltiamo, con i nostri 5 milioni di iscritti: siamo noi che vigiliamo sul governo e su quello che fa e non fa» chiosa Landini. Secodo Landini, si è trattato di «un vero e proprio attacco ad una organizzazione sindacale» mentre i problemi del Paese sono altri e non certo la Cgil. «I processi sommari – ha aggiunto – non funzionano e nemmeno le interpellanze fatte a uso e consumo dal partito di maggioranza per spostare l’attenzione dai problemi veri del paese. Noi non abbiamo nulla da nascondere».
La nota del ministero
Replica e controreplica, è poi arrivata la risposta di Calderone che, attraverso una nota, precisa «che le informazioni richieste dai parlamentari interroganti – Foti, Rizzetto, Messina, Antoniozzi, Gardini, Montaruli, Ruspandini, Schifone, Coppo, Giovine, Malagola, Mascaretti, Volpi, Zurzolo – sono state rese in risposta ad un atto di sindacato ispettivo e dunque nel rispetto della prerogative del Parlamento. Come segnalato nella risposta all’assemblea, al momento, non risultano evidenze. Qualora dovessero emergere specifiche segnalazioni, queste saranno trattate al pari di tutte le altre». Fine della questione? Macché. Landini ha convocato per le 14.30 di domani una conferenza stampa nella sede di corso d’Italia. La decisione fa seguito proprio al caso scoppiato al question time.

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