Voleva dirglielo in faccia ma Zelensky è scappato prima che il Ministro Lavrov prendesse la parola all’Onu

Estratto da corriere.it

Zelensky abbandona il Consiglio dell’Onu prima dell’intervento di Lavrov.

– Lavrov a New York : «L’Ucraina è un pupazzo nelle mani degli Stati Uniti. Nessun incontro con gli Usa».

Poteva essere un faccia a faccia storico. Eppure Volodymyr Zelensky ha deciso il lasciare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite prima che il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov prendesse la parola. Era dall’inizio del conflitto ucraino che i due non si trovavano nella stessa stanza. Solo l’ambasciatore ucraino all’Onu ha assistito all’intervento di Lavrov, che ha accusato l’Occidente di ricorrere “in modo selettivo” alle norme e ai principi delle Nazioni Unite “in base alle loro parrocchiali esigenze geopolitiche”.

Nel suo lungo discorso, il capo della diplomazia di Mosca ha contestato agli Stati Uniti e ai loro alleati di aver interferito “apertamente e in modo egregio” negli affari interni dell’Ucraina sin dal crollo dell’Unione Sovietica. Secondo lui, a causa di questo atteggiamento “i rischi di un conflitto globale stanno crescendo. Proprio per evitare questi rischi, “per indirizzare gli eventi in una direzione pacifica, la Russia ha insistito e insiste affinché tutte le disposizioni della Carta delle Nazioni Unite siano rispettate e applicate non selettivamente, ma nella loro interezza, compresi i principi di uguaglianza sovrana fra gli stati, la non ingerenza nei loro affari interni, il rispetto dell’integrità territoriale e il diritto dei popoli all’autodeterminazione”.

Lavrov ha ribadito il cavallo di battaglia del Cremlino secondo cui qualsiasi governo anti-russo a Kiev non sarebbe altro che un burattino nelle mani di Washington. “A proposito di negoziati, non ci arrendiamo nemmeno adesso; il presidente Putin ne ha parlato molte volte, anche di recente”. Si è poi rivolto al segretario di Stato americano Antony Blinken“Se gli Stati Uniti sono così interessati a questo, allora, penso, non sarà difficile dare l’ordine di annullare questo decreto di Zelensky”, facendo riferimento a un decreto che impedisce di negoziare personalmente con Vladimir Putin. Nel pomeriggio il leader ucraino aveva invitato le Nazioni Unite a sospendere il potere di veto della Russia. La risposta: “È Zelensky a rifiutare il dialogo con Mosca. Il diritto di veto russo è legittimo”.

Il ministro degli esteri russo ha incolpato la Nato per essersi rifiutata di impegnarsi nel dialogo che avrebbe potuto prevenire le tensioni in Europa. Per Lavrov “questi sostenitori dell’integrità territoriale dell’Ucraina ora fingono di non ricordare il significato degli accordi di Minsk, che prevedevano la riunificazione del Donbass con l’Ucraina con la garanzia del rispetto dei diritti umani fondamentali”. Inoltre, “dimenticano le non decisioni delle Nazioni Unite sulla necessità di Parigi di restituire la francese Mayotte all’Unione delle Comore, e per Londra di lasciare l’arcipelago delle Chagos e iniziare i negoziati con Buenos Aires sulle isole Malvinas.

Antony Blinken ha risposto alle provocazioni di Lavrov sostenendo che Zelensky ha “proposto un piano in dieci punti” per la pace in Ucraina, mentre il capo del Cremlino “non ha presentato nulla”. Il segretario di Stato americano ha lanciato “un messaggio chiaro non solo per la Russia: ci difenderemo, non resteremo in attesa in caso di sfide alle nostre regole”, in quello che sembra essere un avvertimento rivolto anche alla Cina.

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