Vannacci ha finito la pazienza: l’avviso dopo le infami accuse orchestrate dalla feccia rossa. “Le vostre accuse, se infondate, possono trasformarsi in diffamazione”

«Ogni giorno prendo coscienza del fatto che i contenuti del mio libro sono condivisi da una buona fetta della popolazione. Accetto le critiche, ma non le accuse di reato». Roberto Vannacci non molla e ricorda che «razzismo ed istigazione all’odio sono reati gravissimi e se il mio libro fosse davvero razzista e discriminatorio sarei davanti ad un giudice».

«Avviso coloro che in queste settimane mi hanno dipinto come razzista ed omofobo, che le accuse, se infondate, possono trasformarsi in diffamazione», avverte il generale, a margine del convegno “Libertà al contrario. Perché difendere la libertà di parola contro ogni censura”, organizzato da ‘Nazione Futura’.

E ancora: «Non rinnego nemmeno una lettera del contenuto del libro. Chi lo ha criticato e continua a farlo non lo ha semplicemente mai letto», ha proseguito il generale Vannacci. «Opinionisti e giornalisti – ha aggiunto – stanno facendo un errore incredibile. Come se io, con il mio manipolo di uomini, dovessi avviare un attacco senza studiare nè il nemico nè il terreno. Ecco, loro stanno facendo questo, commentando il mio libro senza averne studiato minimamente il contenuto».

«Io faccio il soldato ma non mi chiudo nessuna porta. Penso di essere un bravo soldato. Prima di cambiare strada devo vedere se ho le capacità», ha detto Vannacci. «Se tra dieci anni sarò in divisa? Io non so cosa farò tra dieci giorni – ha detto ancora – nella mia vita ho vissuto con lo zaino sempre pronto e continuerò così. Io non sono stato esautorato dal mio ruolo: sono stato avvicendato nel mio incarico, due cose totalmente diverse. Se lo considero giusto? Mi sono sempre dichiarato in linea con le decisioni prese dal ministro e dalla mia forza armata dove ho ‘abitato’ per 37 anni». «Chiamate dai politici? Quello che è stato pubblicato è pubblicato, non aggiungo altro. Le chiamate di eventuali politici sono state già rese pubbliche, già lo sapete, inutile ripetere. Salvini, Meloni? Se non le hanno rese pubbliche loro, non lo farò io perché sono comunicazioni private, io sono persona di parola e di onore. I contenuti del dialogo tra me e Crosetto li sappiamo solo io e il ministro Crosetto».

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