Vannacci a rapporto da Crosetto ha messo in chiaro le cose riguardo al suo futuro: “Tiro dritto per la mia strada”. Una sfida totale al Bombolone: non vuole rubare lo stipendio con un incarico farlocco e non intende smettere di parlare degli argomenti trattati nel suo libro

Estratto dell’articolo di Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”

Un faccia a faccia durato un’ora nell’ufficio del ministro: da una parte il “padrone di casa”, Guido Crosetto; dall’altra il generale Roberto Vannacci, che si è presentato in borghese. A chiedere udienza era stato proprio il militare e, al di là delle comunicazioni di rito, non è andata affatto bene.

Il ministro in questi giorni ha provato a ribadire un concetto semplice: al di là delle idee di Vannacci espresse nel suo libro autoprodotto Il mondo al contrario, la questione è che soprattutto le figure apicali dell’esercito, in virtù del proprio ruolo di garanzia, non possono intervenire a gamba tesa nel dibattito pubblico. Anche perché così — è il ragionamento di fondo — si sta creando un precedente pericoloso che rischia di minare dall’interno l’ordine e la disciplina nell’esercito.

Ma il generale-scrittore, forte del successo di vendite del proprio saggio, non ha alcuna intenzione di cambiare registro, le presentazioni del libro continueranno; non solo, ha informato di aspettarsi un pieno reintegro — oggi Vannacci è in licenza — in linea con il grado di generale di divisione relativa retribuzione.

[…] Prendere o auspicare delle misure drastiche nei confronti di Vannacci, ormai ospite fisso di trasmissioni televisive dove rivendica nette posizioni di natura politico-culturale, potrebbe scontrarsi da una parte con regolamenti militari molto ambigui, soggetti a interpretazioni differenti; ma soprattutto, rischierebbe di trasformare il generale in una specie di martire del libero pensiero, ipotesi assai quotata vista la natura del libro stesso, centrato tutto sul “vi dico io ciò che non è più possibile dire”.

Ma allo stesso tempo non intervenire e lasciare Vannacci pienamente libero di continuare come se niente fosse rischia di allargare la faglia dentro il mondo militare. Per intanto il generale lo scorso 21 agosto era stato avvicendato nel suo incarico al comando dell’Istituto geografico militare di Firenze da un suo diretto superiore e parallelamente era stata avviata un’inchiesta per l’accertamento dei fatti. Alla cui conclusione potrebbero mancare dei mesi.

[…] Vannacci ha poi stretto un accordo con un editore di destra per mandare il proprio volume in libreria, presentazione ufficiale il 22 settembre a Roma con anche Gianni Alemanno, l’ex sindaco di Roma che vorrebbe competere a destra con Fratelli d’Italia. Alle domande su un suo possibile e futuro ruolo politico, il generale dice e non dice, fa intendere ma non dà conferme.

La politica lo corteggia, con la Lega in primis, ma tutto questo per l’appunto sta avendo un altissimo costo in termini di credibilità del corpo stesso. Peraltro nei prossimi mesi si dovrebbe concludere il processo di riforma che permetterà alle forze armate e alle forze di polizia a ordinamento militare di formare dei sindacati, e sarà un passaggio epocale […]

Una trasformazione che, vista da destra, dove le gerarchie stanno sempre molto a cuore, crea una qualche preoccupazione. E il fuoco amico sul “quartier generale” di Vannacci si è trasformato in una variabile impazzita difficile da contenere.

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