Fermi tutti finalmente Calenda e Renzi vanno d’accordo su una cosa: il caso Vannacci. Quando si toccano i temi cari ai loro padroni, i parassiti si compattano per difenderli

Fermi tutti. Calenda e Renzi vanno d’accordo su una cosa: il caso Vannacci.

Dopo essersi divisi su un’interminabile elenco di materie (…finanziamenti dei gruppi, lista comune alle europee, congresso, nome sul simbolo, convegni in Arabia, dimissioni di Santanchè, elezione diretta del premier, riforma della giustizia, salario minimo…) i due leader separati nella casa del Terzo Polo, trovano finalmente un terreno d’intesa. Entrambi sostengono la posizione del ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha avviato un procedimento disciplinare contro l’ex capo della Folgore.

Ecco Renzi: “In un Paese civile i generali in attività non fanno politica e non vanno in TV a commentare le parole del Presidente della Repubblica. La democrazia prevede un rispetto delle Istituzioni e delle funzioni. È lo stesso principio per cui non si elegge il capo dei servizi segreti alla guida del Paese: spero che adesso sia finalmente più chiara la mia battaglia di due anni fa. Il generale Vannacci ha tutto il diritto di fare politica: si tolga la divisa, dimettendosi, e si candidi dove vuole. Ma finché è in attività rispetti le regole: l’Esercito difende la Patria e forma i soldati, non aspiranti influencer per talk show”, dice il leader di Italia Viva.

Posizione sovrapponibile a quella del fondatore di Azione Carlo Calenda, secondo il quale “in questa circostanza Crosetto ha agito impeccabilmente. Nelle parole e nei fatti”. In generale Calenda trova che quello su Vannacci sia “un dibattito appassionante quasi quanto il libro. Direi che possiamo permettercelo. In fondo – ironizza il centrista – abbiamo: inflazione, salari stagnanti, sanità allo sfascio, scuola allo sbando, produttività ferma e siamo indietro anni luce sul Pnrr”. Quanto poi alle parole di Vannacci sui gay (‘non sono normali’), per Calenda “la destra italiana rimane purtroppo profondamente incrostata da queste scorie che la relegano ai margini della modernità e della decenza. E chi la vota o ci si allea pensando che questa robaccia sia marginale sbaglia. È la negazione dei principi di una democrazia liberale”.

Un personale record per Vannacci, che è riuscito a raddrizzare ‘il mondo al contrario’ di due leader che di norma litigano quasi su tutto, pur sedendo negli stessi banchi in Parlamento.

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