“Lo aspetto nelle sedi competenti” Il Generale Vannacci risponde a Crosetto: il Bombolone non ha capito chi ha di fronte: pensava fosse uno dei tanti scappati di casa con le stellette

Non si placa la bufera che vede al centro il generale Roberto Vannacci per i contenuti del suo libro “Il mondo al contrario”. Il militare di lungo corso da lunedì non sarà più alla guida dell’Istituto geografico militare di Firenze. Oggi il ministro della Difesa Guido Crosetto ha risposto alle critiche, opposte nei contenuti, ricevute da sinistra e da destra per la gestione del caso, affermando che non c’è stata alcuna “limitazione di libertà”. E il paracadutista è tornato all’attacco: “Ho ragione io, e non mollo, vado avanti“, ha detto al Giornale d’Italia, commentando anche le uscite più controverse contenute nel libro. “Una delle frasi più contestate è “omosessuali, non siete normali”, con la quale mi hanno messo a ludibrio di tutta la gente. La riflessione che facevo stanotte, perché in queste notti non sto dormendo tanto, che mi piacerebbe far uscire, che tira in ballo l’istituzione liberale dello Stato e una delle più amate, è questa: ma se io avessi detto ‘cari carabinieri non siete normali, fatevene una ragione’, il comandante generale dei carabinieri mi avrebbe denunciato in quanto offensivo?”.

Vannacci ritiene di essere al centro di una “campagna mediatica”, di una “gogna”, e risponde allo stesso Crosetto che aveva parlato di “farneticazioni”: “È il mio ministro, gli devo disciplina, qualsiasi cosa faccia. Poi parleremo nelle sedi competenti di quello che fa o farà“.

Riferimento alla nota odierna del titolare della Difesa: Vannacci “potrà, nelle sedi opportune, esprimere le sue ragioni. Solo alla fine delle opportune verifiche interne, che verranno condotte con serietà e scrupolo, e non sull’onda emotiva del momento e delle polemiche di questi giorni, ove venissero ravvisate delle serie e valide contestazioni, ai sensi del Codice dell’Ordinamento militare, verranno avviati i procedimenti disciplinari previsti in ordinamento. Quindi, come si vede, nessuna “punizione” preventiva e nessun desiderio di “giustizialismo”, da parte del Dicastero o del Ministro, ma, come sempre il rispetto delle regole che comporta anche il rispetto delle garanzie per tutti i militari verso cui sono stati avviati accertamenti disciplinari”.

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