“Anche io la chiamo feccia” La lezione di Johnny Rotten ai sedicenti artisti italioti: il Re del punk, leader dei mitici Sex Pistols non ha problemi ad essere controcorrente

Estratto dell’articolo di Valerio Benedetti per “la Verità”

La sinistra non è più punk. Sempreché lo sia mai stata per davvero. A certificarlo è nientemeno che John Lydon. Conosciuto anche con il nome d’arte Johnny Rotten, Lydon è stato per anni la voce e il frontman dei Sex Pistols, la band più iconica del punk rock. […]

Secondo un luogo comune molto diffuso, il punk sarebbe uno stile di vita tipicamente di sinistra. Ma le cose, appunto, sono molto più complicate. D’altronde, com’è possibile definire punk rock qualcosa come il politicamente corretto, i buoni sentimenti da beghine o quella «cultura del piagnisteo» che permea l’intera ideologia woke? Esatto, non è possibile. E questo lo sa benissimo anche John Lydon.

Intervistato l’altro ieri dalla Welt, l’ex cantante dei Sex Pistols ha letteralmente demolito la sinistra contemporanea, sparando ad alzo zero contro tutti i dogmi del globalismo […]. […] il carismatico ed eccentrico artista britannico si è lamentato del fatto che «il mondo si è spostato sin troppo a sinistra».

[…] Ormai, ha fatto notare Lydon, i progressisti woke si occupano solo della «politica simbolica», ossia di battaglie che non hanno nulla a che fare con le strutture socioeconomiche delle nostre comunità: «I neri vengono invitati solo perché sono neri e perché fa trendy», è l’esempio citato dall’ex cantante dei Sex Pistols.

Che poi deplora il modo in cui la sinistra ha abbracciato l’immigrazione di massa e senza confini, insultando come «razzista» chiunque sostenga la necessità di regolare i flussi migratori. Peggio ancora: con un’ipocrisia senza pari, insorge Lydon, le élite progressiste spediscono i richiedenti asilo nei quartieri popolari, portando in quelle aree urbane già degradate «ancora più criminalità e disoccupazione».

Ecco, l’ex voce dei Sex Pistols non ci sta a questo giochetto: «Non appena si va contro a tutto questo, si viene subito bollati come razzisti». Eppure […] «io non sono affatto un razzista e non lo sarò mai», anche in virtù delle sue origini proletarie: la politica, puntualizza, «sta distruggendo i valori della classe lavoratrice». […] valori che «si basano sull’empatia, l’amore e il rispetto, su un codice che prevede che non si ruba a nessuno e che, in caso di bisogno, ci si debba aiutare reciprocamente». E la sinistra di oggi, dimentica delle sue radici culturali e sociali, «sta sacrificando questi valori sull’altare di un elitismo modaiolo». Non si sarebbe potuto dir meglio.

[…] per Lydon […] La maggioranza delle persone […] segue questa nuova politica «come fosse una religione», lasciandosi dettare una lunga serie di regole.

«Quando il numero di questi individui avrà raggiunto la massa critica, allora sarà la fine del mondo». Per l’ex cantante dei Sex Pistols, infatti, moltissime persone si sarebbero fatte mettere sotto «una tutela collettiva»: sono «come pecore che trotterellano in un grande gregge».

Insomma, è una crisi di civiltà quella di cui ci parla Lydon: una crisi che viene acuita dall’ideologia woke e dai tanti feticci della postmodernità. Di fronte al supremo culto del globalismo, […] anche i seguaci delle religioni tradizionali diventano atei devoti, come «quelle persone che si definiscono cristiane o musulmane, ma che non hanno mai letto la Bibbia o il Corano».

Tra i tanti bersagli dei suoi strali, Lydon non si fa mancare neanche una stoccata al nuovo re d’Inghilterra, Carlo III. Il sovrano, specifica il cantante, «non è certo la persona più assennata del pianeta» e, pertanto, tenta «con disperazione di accattivarsi le simpatie dell’universo woke. Io temo che farà parecchio casino non appena si immischierà nelle faccende di politica internazionale». […]

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