Maurizio Gasparri oggi si guadagna una valanga di applausi: “Musk e Zuckerberg pagassero le tasse. E andassero all’Olimpico”

Il senatore di Forza Italia interviene nelle polemiche sul combattimento fra i due miliardiari che avverrà in Italia

“Perché la merceria all’angolo del mio palazzo deve pagare l’Imu e invece questi miliardari vivono esentasse e pretendono pure che ogni loro schiribizzo si realizzi?”. Se lo chiede in un’intervista al Corriere della Sera il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri (Fi), commentando l’annunciata sfida che dovrebbe svolgersi in Italia tra Elon Musk e Mark Zuckerberg. “Si facessero prima un giretto all’Agenzia delle Entrate, pagassero l’enormità di tasse che devono per i loro giganteschi guadagni sul web e poi prometto che faremo loro visitare i monumenti che vogliono.

tratto da Agenda Digitale del 3 marzo 2023

L’indagine avviata dalla Guardia di finanza, su denuncia della Direzione regionale delle Entrate di Milano, relativa a una possibile evasione fiscale da parte di Meta sulla pubblicità online permette di riflettere sulle controversie legate alla tassazione delle grandi aziende tecnologiche

Meta è sotto indagine per una possibile evasione fiscale riguardante l’Iva in Italia. L’indagine, che ha coinvolto anche la società Facebook, è stata avviata a seguito di una denuncia presentata dalla Direzione regionale delle Entrate di Milano che ha avviato i controlli della Guardia di Finanza per verificare se la società ha evaso l’IVA sulla pubblicità online.

La base dell’indagine è una tesi innovativa, che anni fa fu respinta dalla Commissione Ue e che si basa su questo ragionamento: Meta guadagna con i dati, dunque, le iscrizioni a Facebook non sono da considerare gratuite e per questo Meta deve pagare l’Iva, stimata in circa 1 miliardo di euro.

Questa inchiesta è solo l’ultimo esempio di una serie di controversie riguardanti la tassazione delle grandi aziende tecnologiche, che spesso usano filiali in Paesi con una tassazione più favorevole per ridurre i costi fiscali.

Questo ha portato a una crescente pressione da parte dei governi per una maggiore trasparenza e regolamentazione fiscale delle società tecnologiche, le cui conseguenze saranno significative per l’intera industria digitale in Italia e in Europa.

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