Renzi e Calenda, la telenovela continua: il Churchill dei Parioli sostiene di averlo preso in quel posto troppe volte dal gengivone di Rignano

Calenda: “Iv? Basta litigare ormai siamo due partiti separati. Da Meloni con spirito costruttivo”
Il leader di Azione: «Io non ho alcuna voglia di mettermi a discutere e a litigare con Italia viva»
I gruppi di Azione e Italia viva si scioglieranno? «Credo di si». «Io non ho alcuna voglia di mettermi a discutere e a litigare con Italia viva». Cosi’ Carlo Calenda, leader di Azione, ad Agorà su Rai Tre. «A me non frega niente di dove vanno a cena i compagni di Renzi, mi interessa se vanno a cena con un ministro di cui si chiedono le dimissioni, così i cittadini non capiscono niente». Al presentatore che gli chiede se i gruppi parlamentari si scioglieranno, il leader di Azione risponde: «Credo di sì, lo ha detto Renzi. Ormai siamo due partiti separati, non ho più voglia di mettermi a discutere con Italia viva, faranno la loro strada e alle europee e noi faremo la nostra». La separazione dei gruppi, chiarisce, «dipende da loro, siccome quei gruppi sono stati eletti con un logo con un simbolo con il mio nome, io non posso andarmene via, lo possono fare loro. Lo facessero quando gli pare», ha concluso.

Poi il tema dell’incontro di domani con la premier sul salario minimo. Dall’incontro di domani a Palazzo Chigi sul salario minimo «mi aspetto che si discuta seriamente di un problema che tocca 3,5 mln di cittadini che lavorano e non arrivano a fine mese». «Abbiamo fatto una proposta molto dettagliata» ha aggiunto. «I 9 euro funzionano e sono stabiliti solo per i contratti che sono sotto i 9 euro, se c’è un contratto a 11 euro l’ora, non e’ che scende a 9. Lo hanno tutti i grandi paesi. Questo non e’ un esperimento italiano che si chiama ‘salario minimo’ che nessuno conosce, e in Francia e Germania lo hanno anche aumentato per il problema dell’inflazione», ha ribadito. All’appuntamento di domani, Calenda si presenterà con uno spirito “costruttivo”. «Ho fatto fatica a cercare di mettere insieme governo e opposizione a un tavolo. Se l’opposizione si rinchiude nelle sue trincee a urlare e a mettere le bandierine, si esce con un nulla di fatto che e’ esattamente quello che accade da trent’anni», ha concluso.

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